Passa ai contenuti principali

Post

IL SANSCRITO E LE IRRITANTI ASSURDITÀ DEL SANDHI – CONFESSIONI DI UNO HAṬḤAYOGIN IGNORANTE

Le traduzioni, ad opera degli eruditi, dei manuali di  Haṭḥayoga   mi hanno sempre fatto storcere il naso: Versi di quattro parole vengono resi, a volte, con lunghissime perifrasi ad effetto, e indicazioni eminentemente pratiche vengono, a volte,  interpretate alla luce della Teosofia, della filosofia tedesca del XIX secolo o della Gnosi ellenistica. faccio un esempio al volo, con un verso degli " Śiva Sūtra  di  Vasugupta  con il commento di Kṣemarāja"  tradotti da Raffaele Torella, docente di sanscrito della Sapienza di Roma (edizioni Adelphi);   2.1 -  Cittaṃ mantraḥ   Per uno haṭḥayogin  il verso è estremamente chiaro: " il mantra è citta ". Non c'è bisogno di aggiungere altro perché si tratta di termini tecnici.  Cosa scrive Raffaele Torella, traducendo, immagino,  Kṣemarāja ? "1. Il mantra è coscienza. Coscienza - ovvero ciò per mezzo di cui è percepita [...], è attinta, riflessi...

YOGA E SCIENZA - IL CICLO NASALE

        A ̄ sana, bandha, mudra ̄ , pra ̄ ṇa ̄ ya ̄ ma sono tecniche “alchemiche”, finalizzate all’ascolto, all’utilizzazione e, in molti casi, all’alterazione di naturali processi fisiologici. La respirazione a narici alternate, ad esempio, si basa sulla conoscenza e la volontaria alterazione del “ciclo nasale” ovvero la naturale tendenza dell’organismo a “aprire” periodicamente l’una o l’altra narice, attivando uno dei due emisferi cerebrali alla volta. In occidente [1] le p r i m e os s e r v a z i o ni st o r i c a m e nte doc u m e n tate s ul ciclo nasale ven n e ro c o m p iute alla fine del XIX secolo d a l f i s i o l o g o tede s co Richard K a y s e r [2] . Gli studi di Kayser furono ripresi nella seconda metà del XX secolo nell’ambito delle ricerche orientate alle terapia delle “ ostruzioni nasali croniche [3] ” e si arrivò a collegare l’alternarsi del funzionamento delle narici all’attività delle innervazioni del sistema simpatico e d...