“Giacché le più strette furono riempite di fuoco non mescolato, e quelle seguenti di notte, ma in esse si immette una parte di fiamma; nel mezzo di queste è la Dea che tutto governa” (Parmenide, frammento 12) In India la Dea è ovunque. È attraverso le sue labbra che sussurriamo parole d’amore o lanciamo invettive. È con i suoi occhi che godiamo dello spettacolo del tramonto e dell’orrore delle battaglie. Ed è sua la pelle che freme al primo vento d’inverno o alla carezza dell’amante. Ogni tanto decide di presentarsi, in carne ed ossa, sul palcoscenico della creazione e, sotto i nostri sguardi attoniti, mette in scena lo spettacolo della Bellezza Pura. E allora non ce n’è per nessuno: anche il dio più potente o il demone più spaventoso, ridotti al ruolo di comparse, non possono far altro che mettersi da parte. Sono tutte per Lei le luci della ribalta, e ogni suo gesto, ogni sua parola, strappano applausi e grida di meraviglia al critico più esigente. Lei ...
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