Qualche giorno fa ho letto un post su “ nara e nārāyaṇa ” del mio amico Diego Manzi – leggo i suoi articoli sempre molto volentieri, Diego è uno studioso brillante - e nel mio unico neurone si è accesa una lampadina rossa. Scriveva Diego: “ Qual è secondo la tradizione indiana, il grande “privilegio” umano rispetto agli altri abitanti dei mondi? नरो नारायणो बुभूषति naro nārāyaṇo bubhūṣati l’uomo (nara) desidera diventare dio (nārāyaṇa)” Non ho motivi per dubitare della correttezza della traduzione a livello grammaticale – Diego è molto preciso di solito – e, non essendo un sanscritista non ne ho nemmeno gli strumenti. Il motivo per cui mi si è accesa la lampadina rossa è un altro e credo che potrebbe essere lo spunto per un dibattito assai interessante. Il campo di pertinenza dell’erudito e quello dello yogin si sovrappongono spesso, ma non coincidono perfettamente, e le interpretazioni di testi, aforismi e frasi, fatte da un sans...
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