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YOGA SUTRA - IL CONCETTO DI FLUSSO (3.8 - 3.10)

 


I versetti da 3.8 A 3.10 chiariscONO, secondo me, un concetto molto usato - e forse abusato - nello yoga moderno: il concetto di flusso.
Il termine che troviamo nello Yoga Sutra è praśānta-vāhitā, che si può tradurre, forse, con "flusso di quiete", ma praśānta nello Yoga assume un significato preciso che va oltre, secondo me, e comunque integra il suo significato letterale. Si legge in Śivapurāṇa 2.2.22: " Così disse Śiva - [...] O mia amata [...] le nuvole non raggiungeranno il luogo dove preparerò la [nostra]dimora. [...] Là sull'll'Himalaya anche le bestie feroci sono in quiete (praśānta). È la dimora di molti saggi e asceti. È la dimora dei Deva , e molti sono i cervi che vi si trovano”. Praśānta è quindi un qualcosa che assomiglia alla quiete dello "stato naturale" - Sahaja - , una "energia" legata, concettualmente, alla contemplazione della natura e alla rarefazione dell'aria sulle vette dell'Himalaya (dove non arrivano le nubi). Da notare - anche se può essere solo una coincidenza - che nello yoga dei Nath il "sentiero dei cervi" indica il canale centrale del corpo umano.

3.8:

 

तदपि बहिरङ्गं निर्बीजस्य ॥३.८॥

In caratteri latini

tadapi bahiraga nirbījasya ||3.8||

 

Sciogliamo il sandhi:

tad api bahir - aga nirbījasya ||3.8||

 

Ovvero:

tat api bahi - agam nirbījasya ||3.8||

 

 

tad, nominativo singolare del pronome di terza persona “tat”, “questo”, “quello”;

api, particella, “e”, “anche”, inoltre”;

bahis, avverbio “bahis” o “bahi”, “esterno”, “all’esterno”, “al di fuori”;

agam, nominativo singolare del sostantivo neutro “aga”, “membro”, “parte del corpo”, “parte di un insieme”;

nirbījasya, genitivo singolare, aggettivo “nirbīja”, dal prefisso “nir”, forma alternativa di “nis”, “fuori”, “avanti”, “via” e dal sostantivo neutro “bīja”, “seme”. Significato: “senza semi”.

 

Quindi abbiamo:

Questo - anche/inoltre - esterno -  aga/membro - senza seme.

 

Possibile interpretazione:

[Tuttavia] anche questo (tat api) [ovvero l’insieme di dhāraā, dhyāna e samādhi] è esterno (bahi - agam) [rispetto al] senza semi (nirbīja).

 

Commento di Vyāsa: Anche questa triade [ovvero l’insieme di dhāraā, dhyāna e samādhi] diventa un mezzo esterno rispetto al [samādhi]senza semi. Perché? Perché l’esistenza [del samādhi] comincia  al momento della cessazione [della triade dhāraā, dhyāna e samādhi].

 

Commento di Vyāsa in sanscrito:

tadapi bahiraga nirbījasya ||3.8||

 

 

tadapyantaraga sādhanatraya nirbījasya yogasya bahiraga bhavati kasmāt tadabhāve bhāvāditi

 

 

3.9:

 

व्युत्थाननिरोधसंस्कारयोरभिभवप्रादुर्भावौ निरोधक्षणचित्तान्वयो निरोधपरिणामः ॥३.९॥

 

In caratteri latini:

vyutthānanirodhasaskārayorabhibhavaprādurbhāvau nirod - hakaacittānvayo nirodhapariāma ||3.9||

 

Sciogliamo il sandhi:

vyutthāna - nirodha - saskārayor abhibhava - prādurbhāvau nirodha - kaa - cittānvayo nirodha - pariāma ||3.9||

 

Ovvero:

vyutthāna - nirodha - saskārayo abhibhava - prādurbhāvau nirodha - kaa - citta - anvaya nirodha - pariāma ||3.9||

 

vyutthāna, dvandva, sostantivo neutro “vyutthāna”, dal prefisso “vi”, “a parte”, “separato”, “disgiunto”, e dal sostantivo neutro “utthāna” derivante dal prefisso “ud”, “su”, “verso l’alto”, “sopra”, e dalla radice verbale “sthā”, “in piedi”, “stare eretti”. Significato: “risveglio”, “opporsi”, “cadere”, “cedere”; nello Yoga, secondo il Vedāntasāra, “vyutthāna”rappresenta uno stadio particolare della pratica in cui la mente è particolarmente attiva dopo la meditazione

nirodha, sostantivo maschile, dal prefisso “ni”, “dentro”, “all’interno”, “dietro”; e dalla radice verbale “rudh”, “ostruire”, “fermare, arrestare”. Significato: “ostruzione”, “impedimento”, “inibizione”, “decrescita”;

saskārayo, genitivo duale del sostantivo maschile “saskāra”, dal prefisso “sam”, “insieme, “con” e dal sostantivo maschile “kāra”, radice verbale “kr̥, fare, eseguire, portare a termine. Significato: impressione mentale, anche rito, sacramento; secondo il buddhismo saskāra - skandha è il quarto dei cinque aggregati (skandha) che costituiscono la persona umana, ed anche il secondo anello (nidāna) trai dodici dello schema dell'Originazione Dipendente (pratītya - samutpāda). In Oxford Index: Hinduism “le attività di costruzione che formano, modellano o condizionano lo sviluppo morale e spirituale dell'individuo”;

abhibhava, dvandva, sostantivo maschile “abhibhava”, prefisso “abhi”, “verso”, “nella direzione di” (in altri casi esprime “intensità”, “superiorità”), radice verbale “bhū”, “divenire”, “insorgere”, “accadere”. Significato: “sconfitta”, “sottomissione”, “soggezione”, “sopraffazione”;

prādurbhāvau, nominativo duale del sostantivo neutro “prādurbhāva”, prefisso “prādus” (avverbio), “fuori”, “apparire”; radice verbale “bhū”, “divenire”, “insorgere”, Significato: “apparire”;

nirodha, sostantivo maschile, dal prefisso “ni”, “dentro”, “all’interno”, “dietro”; e dalla radice verbale “rudh”, “ostruire”, “fermare, arrestare”. Significato: “ostruzione”, “impedimento”, “inibizione”, “decrescita”;

kaa, sostantivo maschile, “momento”, “istante”; secondo Hahapradīpikā 3.90 “immediatamente”, “un attimo dopo”; secondo Īśvarapratyabhijñāvimarśinī (KSTS vol. 65, 330), significa “immersione istantanea [nella divinità]”;

citta, sostantivo neutro, dalla radice verbale “cit”, “percepire”, “notare”, “osservare”. Significato: “mente” “spazio percettivo”, “mente percettiva”, facoltà della percezione”;

anvaya, nominativo singolare del sostantivo maschile “anvaya”, prefisso “anu”, “di conseguenza”, “in base a”, radice verbale “i”, andare”, “uscire”, “vai”. Significato: “sequenza”, “lignaggio”, “famiglia”, “successione”;

nirodha, sostantivo maschile, dal prefisso “ni”, “dentro”, “all’interno”, “dietro”; e dalla radice verbale “rudh”, “ostruire”, “fermare, arrestare”. Significato: “ostruzione”, “impedimento”, “inibizione”, “decrescita”;

pariāma, nominativo singolare del sostantivo maschile “pariāma”, dal prefisso “pari”, “rotondo, “attorno”, “in giro”, “ulteriormente”, “eccessivamente”, e dalla radice verbale “nam”, “inchinarsi”, “abbassare”, “sottomettersi”, “affondare”. Significato: “sviluppo”, “trasformazione”, “maturazione”, “cambiamento di stato”, “digestione”:

 

Quindi abbiamo:

Risveglio - inibizione/decrescita - impressione mentale - sottomissione - apparire - inibizione/decrescita - momento - mente percettiva/facoltà della percezione - sequenza/successione - inibizione/decrescita - trasformazione/maturazione.

 

Possibile interpretazione:

nirodha pariāma [si ha quando] la mente percettiva (citta) si identifica (progressivamente?) con il momento di inibizione/decrescita che insorge tra un’impressione mentale (saskāra) che sta scomparendo ed un’impressione mentale che sta sorgendo.

 

Commento di Vyāsa: La trasformazione è nella natura stessa del funzionamento delle “qualità della mente” (cittadharma). Che tipo di trasformazione avviene dunque nei momenti di soppressione mentale? 'La modificazione soppressiva è la congiunzione della mente con il momento della soppressione, quando l’impressione mentale in uscita e quella che sorge scompaiono e appaiono rispettivamente.'

Le impressioni mentali in uscita sono le qualità della mente (cittadharma) […] Anche le impressioni mentali che sorgono sono caratteristiche della mente. La rispettiva soppressione e apparizione di questi due, quando le caratteristiche delle impressioni mentali in uscita vengono distrutte e le impressioni mentali che sorgono sono acquisite, è il momento di inibizione/decrescita (nirodhakaa) con cui la mente appare in congiunzione. Questa acquisizione di differenti impressioni mentali da parte di un'unica mente in ogni momento è nirodha pariāma. In questo stato solo le “impressioni mentali residue” (saskāraśea) rimangono nella mente. Questo (stato) è stato descritto come nirodha samādhi (nirodhasamādhau vyākhyātam).

).

 

Commento di Vyāsa in sanscrito:

atha nirodhacittakaeu cala guavttamiti kīdśastadā cittapariāma  -  -  -  vyutthānanirodhasaskārayorabhibhavaprādurbhāvau nirodhakaacittānvayo nirodhapariāma ||3.9||

vyutthānasaskārāścittadharmā na te pratyayātmakā iti pratyayanirodhe na niruddhā nirodhasaskārā api cittadharmastayorabhibhavaprādurbhāvau vyutthānasaskārā hīyante nirodhasaskārā ādhīyante . nirodhakaa cittamanveti tadekasya cittasya pratikaamida saskārānyathātva nirodhapariāma . tadā saskāraśea cittamiti nirodhasamādhau vyākhyātam

 

 

3.10:

 

तस्य प्रशान्तवाहिता संस्कारात् ॥३.१०॥

 

In caratteri latini:

tasya praśāntavāhitā saskārāt ||3.10||

 

Sciogliamo il sandhi:

tasya praśānta - vāhitā saskārāt ||3.10||

 

tasya, genitivo singolare del pronome di terza persona “tat”; “suo”;

praśānta, aggettivo, dal prefisso “pra”, “avanti”, e dalla radice “śam”, essere in quiete”, “calmare”, “acquietarsi”. Significato: “calma”, “quiete”, [in Śivapurāa 2.2.22 praśānta è “l’energia” che fa acquietare anche le belve feroci sui luoghi dell’Himalaya frequentati dagli eremiti. https://www.wisdomlib.org/definition/prashanta )

vāhitā, nominativo singolare del sostantivo femminile “vāhita”, “sopportato”, “trasportato” dalla radice verbale “vah”, “fluire”, “condurre”, “trasportare”; la parola termina con il suffisso “tā” che forma nomi astratti femminili. Significato: “flusso”, “corrente”, “che scorre”;

saskārāt, ablativo singolare del sostantivo maschile “saskāra”, dal prefisso “sam”, “insieme, “con” e dal sostantivo maschile “kāra”, radice verbale “kr̥, fare, eseguire, portare a termine. Significato: impressione mentale, anche rito, sacramento; secondo il buddhismo saskāra - skandha è il quarto dei cinque aggregati (skandha) che costituiscono la persona umana, ed anche il secondo anello (nidāna) trai dodici dello schema dell'Originazione Dipendente (pratītya - samutpāda). In Oxford Index: Hinduism “le attività di costruzione che formano, modellano o condizionano lo sviluppo morale e spirituale dell'individuo”;

 

Quindi abbiamo:

Suo - quiete - flusso - saskāra/impressione mentale

 

Possibile interpretazione:

Dal suo saskāra [ovvero dall’impressione mentale prodotta da nirodha pariāma]  [viene generato] un flusso di quiete mentale (praśānta - vāhitā)

 

Commento di Vyāsa:

Il flusso indisturbato (praśānta - vāhitā])arriva alla mente percettiva (citta)grazie all'abilità nella pratica del generare i saskāra mediante nirodha . Nel caso in cui queste impressioni mentali fossero deboli sarebbero sopraffatte dalle impressioni generate dall’attività “esteriore”.

 

 

Commento di Vyāsa in sanscrito:

tasya praśāntavāhitā saskārāt ||3.10||

 

nirodhasaskārābhyāsapāavāpekā praśāntavāhitā cittasya bhavati tatsaskāramāndye vyutthānadharmiā saskārea nirodhadharmasaskāro'bhibhūyata iti .

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