3.8:
तदपि बहिरङ्गं निर्बीजस्य ॥३.८॥
In caratteri latini
tadapi
bahiraṅgaṁ nirbījasya ||3.8||
Sciogliamo
il sandhi:
tad
api bahir - aṅgaṁ nirbījasya ||3.8||
Ovvero:
tat
api bahiḥ - aṅgam nirbījasya ||3.8||
tad, nominativo singolare del pronome di terza
persona “tat”, “questo”, “quello”;
api, particella, “e”, “anche”, inoltre”;
bahis, avverbio “bahis” o “bahiḥ”, “esterno”, “all’esterno”, “al di fuori”;
aṅgam, nominativo
singolare del sostantivo neutro “aṅga”, “membro”, “parte
del corpo”, “parte di un insieme”;
nirbījasya, genitivo
singolare, aggettivo “nirbīja”, dal prefisso “nir”, forma alternativa di “nis”,
“fuori”, “avanti”, “via” e dal sostantivo neutro “bīja”, “seme”. Significato:
“senza semi”.
Quindi
abbiamo:
aṅga/membro - senza seme.
Possibile
interpretazione:
[Tuttavia] anche questo (tat api) [ovvero l’insieme di
dhāraṇā, dhyāna e samādhi]
è esterno (bahiḥ - aṅgam) [rispetto al]
senza semi (nirbīja).
Commento di Vyāsa: Anche questa triade [ovvero l’insieme di dhāraṇā, dhyāna e samādhi] diventa un mezzo esterno rispetto al
[samādhi]senza semi. Perché? Perché l’esistenza [del samādhi] comincia al momento della cessazione [della triade
dhāraṇā, dhyāna
e samādhi].
Commento di Vyāsa in sanscrito:
tadapi bahiraṅgaṃ
nirbījasya ||3.8||
tadapyantaraṅgaṃ
sādhanatrayaṃ
nirbījasya yogasya bahiraṅgaṃ bhavati
kasmāt tadabhāve bhāvāditi
3.9:
व्युत्थाननिरोधसंस्कारयोरभिभवप्रादुर्भावौ निरोधक्षणचित्तान्वयो निरोधपरिणामः ॥३.९॥
In caratteri latini:
vyutthānanirodhasaṁskārayorabhibhavaprādurbhāvau nirod - hakṣaṇacittānvayo
nirodhapariṇāmaḥ ||3.9||
Sciogliamo il sandhi:
vyutthāna - nirodha - saṁskārayor abhibhava - prādurbhāvau nirodha - kṣaṇa - cittānvayo
nirodha - pariṇāmaḥ ||3.9||
Ovvero:
vyutthāna - nirodha - saṁskārayoḥ
abhibhava - prādurbhāvau nirodha - kṣaṇa - citta
- anvayaḥ nirodha
- pariṇāmaḥ ||3.9||
vyutthāna, dvandva, sostantivo neutro “vyutthāna”, dal
prefisso “vi”, “a parte”, “separato”, “disgiunto”, e dal sostantivo neutro
“utthāna” derivante dal prefisso “ud”, “su”, “verso l’alto”, “sopra”, e dalla
radice verbale “sthā”, “in piedi”, “stare eretti”. Significato: “risveglio”,
“opporsi”, “cadere”, “cedere”; nello Yoga, secondo il Vedāntasāra, “vyutthāna”rappresenta
uno stadio particolare della pratica in cui la mente è particolarmente attiva
dopo la meditazione
nirodha, sostantivo maschile, dal prefisso “ni”, “dentro”, “all’interno”, “dietro”; e dalla radice
verbale “rudh”, “ostruire”, “fermare, arrestare”.
Significato: “ostruzione”, “impedimento”, “inibizione”, “decrescita”;
saṁskārayoḥ, genitivo duale del sostantivo maschile “saṁskāra”, dal prefisso “sam”, “insieme, “con” e dal sostantivo
maschile “kāra”, radice verbale “kr̥”, “fare”, “eseguire”, “portare a termine”. Significato: “impressione mentale”, anche “rito”, “sacramento; secondo il buddhismo saṃskāra - skandha è il quarto dei cinque aggregati (skandha) che
costituiscono la persona umana, ed anche il secondo anello (nidāna) trai dodici
dello schema dell'Originazione Dipendente (pratītya - samutpāda). In Oxford
Index: Hinduism “le attività di costruzione che formano, modellano o
condizionano lo sviluppo morale e spirituale dell'individuo”;
abhibhava, dvandva, sostantivo maschile “abhibhava”,
prefisso “abhi”, “verso”, “nella direzione di” (in altri casi esprime
“intensità”, “superiorità”), radice verbale “bhū”, “divenire”, “insorgere”,
“accadere”. Significato: “sconfitta”, “sottomissione”, “soggezione”,
“sopraffazione”;
prādurbhāvau, nominativo duale
del sostantivo neutro “prādurbhāva”, prefisso “prādus” (avverbio), “fuori”,
“apparire”; radice verbale “bhū”, “divenire”, “insorgere”, Significato:
“apparire”;
nirodha, sostantivo maschile, dal prefisso “ni”, “dentro”, “all’interno”, “dietro”; e dalla radice
verbale “rudh”, “ostruire”, “fermare, arrestare”.
Significato: “ostruzione”, “impedimento”, “inibizione”, “decrescita”;
kṣaṇa, sostantivo maschile, “momento”, “istante”;
secondo Haṭhapradīpikā 3.90
“immediatamente”, “un attimo dopo”; secondo Īśvarapratyabhijñāvimarśinī (KSTS
vol. 65, 330), significa “immersione istantanea [nella divinità]”;
citta,
sostantivo neutro, dalla radice verbale “cit”, “percepire”, “notare”,
“osservare”. Significato: “mente” “spazio percettivo”, “mente percettiva”,
facoltà della percezione”;
anvayaḥ, nominativo singolare del sostantivo maschile
“anvaya”, prefisso “anu”, “di conseguenza”, “in base a”, radice verbale “i”,
andare”, “uscire”, “vai”. Significato: “sequenza”, “lignaggio”, “famiglia”,
“successione”;
nirodha, sostantivo maschile, dal prefisso “ni”, “dentro”, “all’interno”, “dietro”; e dalla radice
verbale “rudh”, “ostruire”, “fermare, arrestare”.
Significato: “ostruzione”, “impedimento”, “inibizione”, “decrescita”;
pariṇāmaḥ, nominativo singolare del sostantivo maschile “pariṇāma”, dal prefisso “pari”, “rotondo, “attorno”, “in giro”, “ulteriormente”,
“eccessivamente”, e dalla radice verbale “nam”, “inchinarsi”, “abbassare”,
“sottomettersi”, “affondare”. Significato: “sviluppo”, “trasformazione”,
“maturazione”, “cambiamento di stato”, “digestione”:
Quindi
abbiamo:
Risveglio - inibizione/decrescita
- impressione mentale - sottomissione - apparire - inibizione/decrescita - momento
- mente percettiva/facoltà della percezione - sequenza/successione - inibizione/decrescita
- trasformazione/maturazione.
Possibile
interpretazione:
nirodha pariṇāma [si ha quando] la mente percettiva (citta) si identifica
(progressivamente?) con il momento di inibizione/decrescita che insorge tra
un’impressione mentale (saṁskāra) che sta scomparendo ed un’impressione mentale che sta
sorgendo.
Commento
di Vyāsa: La
trasformazione è nella natura stessa del funzionamento delle “qualità della
mente” (cittadharma). Che tipo di trasformazione avviene dunque nei momenti di
soppressione mentale? 'La modificazione soppressiva è la congiunzione della
mente con il momento della soppressione, quando l’impressione mentale in uscita
e quella che sorge scompaiono e appaiono rispettivamente.'
Le impressioni
mentali in uscita sono le qualità della mente (cittadharma) […] Anche le impressioni mentali che sorgono sono
caratteristiche della mente. La rispettiva soppressione e apparizione di questi
due, quando le caratteristiche delle impressioni mentali in uscita vengono
distrutte e le impressioni mentali che sorgono sono acquisite, è il momento di
inibizione/decrescita (nirodhakṣaṇaṃ)
con cui la mente appare in congiunzione. Questa acquisizione di differenti
impressioni mentali da parte di un'unica mente in ogni momento è nirodha
pariṇāma. In questo stato
solo le “impressioni mentali residue” (saṃskāraśeṣaṃ)
rimangono nella mente. Questo (stato) è stato descritto come nirodha
samādhi (nirodhasamādhau
vyākhyātam).
).
Commento di Vyāsa in sanscrito:
atha nirodhacittakṣaṇeṣu calaṃ guṇavṛttamiti
kīdṛśastadā
cittapariṇāmaḥ - - - vyutthānanirodhasaṃskārayorabhibhavaprādurbhāvau nirodhakṣaṇacittānvayo
nirodhapariṇāmaḥ ||3.9||
vyutthānasaṃskārāścittadharmā na te pratyayātmakā iti pratyayanirodhe na
niruddhā nirodhasaṃskārā api
cittadharmastayorabhibhavaprādurbhāvau vyutthānasaṃskārā hīyante nirodhasaṃskārā ādhīyante . nirodhakṣaṇaṃ cittamanveti tadekasya cittasya pratikṣaṇamidaṃ saṃskārānyathātvaṃ nirodhapariṇāmaḥ . tadā
saṃskāraśeṣaṃ
cittamiti nirodhasamādhau vyākhyātam
3.10:
तस्य प्रशान्तवाहिता संस्कारात् ॥३.१०॥
In caratteri latini:
tasya
praśāntavāhitā saṁskārāt ||3.10||
Sciogliamo il
sandhi:
tasya praśānta
- vāhitā saṁskārāt ||3.10||
tasya, genitivo
singolare del pronome di terza persona “tat”; “suo”;
praśānta, aggettivo,
dal prefisso “pra”, “avanti”, e dalla radice “śam”, essere in quiete”,
“calmare”, “acquietarsi”. Significato: “calma”, “quiete”, [in Śivapurāṇa 2.2.22
praśānta è “l’energia” che fa acquietare anche le belve feroci sui luoghi
dell’Himalaya frequentati dagli eremiti. https://www.wisdomlib.org/definition/prashanta
)
vāhitā, nominativo singolare del sostantivo femminile
“vāhita”, “sopportato”, “trasportato” dalla radice verbale “vah”, “fluire”,
“condurre”, “trasportare”; la parola termina con il suffisso “tā” che forma
nomi astratti femminili. Significato: “flusso”, “corrente”, “che scorre”;
saṁskārāt, ablativo singolare del sostantivo maschile “saṁskāra”, dal prefisso “sam”, “insieme, “con” e dal sostantivo
maschile “kāra”, radice verbale “kr̥”, “fare”, “eseguire”, “portare a termine”. Significato: “impressione mentale”, anche “rito”, “sacramento; secondo il buddhismo saṃskāra - skandha è il quarto dei cinque aggregati (skandha) che
costituiscono la persona umana, ed anche il secondo anello (nidāna) trai dodici
dello schema dell'Originazione Dipendente (pratītya - samutpāda). In Oxford
Index: Hinduism “le attività di costruzione che formano, modellano o
condizionano lo sviluppo morale e spirituale dell'individuo”;
Quindi abbiamo:
Suo - quiete - flusso - saṁskāra/impressione mentale
Possibile interpretazione:
Dal suo saṁskāra [ovvero
dall’impressione mentale prodotta da nirodha pariṇāma] [viene generato] un flusso di quiete mentale
(praśānta - vāhitā)
Commento di Vyāsa:
Il flusso
indisturbato (praśānta - vāhitā])arriva alla mente percettiva
(citta)grazie all'abilità nella pratica del generare i saṁskāra mediante nirodha . Nel caso in cui queste impressioni mentali fossero deboli
sarebbero sopraffatte dalle impressioni generate dall’attività “esteriore”.
Commento di Vyāsa in sanscrito:
tasya
praśāntavāhitā saṃskārāt
||3.10||
nirodhasaṃskārābhyāsapāṭavāpekṣā
praśāntavāhitā cittasya bhavati tatsaṃskāramāndye vyutthānadharmiṇā saṃskāreṇa nirodhadharmasaṃskāro'bhibhūyata iti .
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