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YOGA SUTRA - DALLA CONCENTRAZIONE AL SAMYAMA


In questo articolo esamineremo i primi quattro versetti del terzo libro, che descrivono concentrazione, meditazione, contemplazione e l'insieme delle tre definito in sanscrito saṃyama.

Terzo Libro, vibhūti-pādaḥ

तृतीयो विभूतिपादः।

 

In caratteri latini:

tṛtīyo vibhūtipādaḥ |

 

Sciogliamo il sandhi:

tṛtīyaḥ vibhūti-pādaḥ |

 

tr̥tīyaḥ, nominativo singolare del sostantivo maschile “tr̥tīya”, parola numerica”tri”; significato: “il terzo”;

vibhūti, sostantivo femminile, dal prefisso “vi”, “separato”, “diverso”, e dalla radice verbale “bhū”, “divenire”, “insorgere”, “accadere”. Significato “potere”, “opulenza”. Nello  Haṭhapradīpikā 3.96-98, “cenere”. Nell’’Īśvarapratyabhijñāvimarśin”ī (KSTS vol. 65, 330) vibhūti si riferisce a “(vari) poteri”: “[...] Pertanto, grazie alla pratica di [questa intuizione], le qualità della Sua coscienza , che sono aspetti di Śakti, penetrano completamente [i vari livelli], facendo sorgere i poteri ( vibhūti ). Ma anche senza pratica, nel caso [raro] di un’immersione istantanea in Quello, si ottiene lo stato di liberazione in vita attraverso il processo dell’esperienza diretta dei [Cinque Stati Mistici] […][1].

pādaḥ, nominativo singolare del sostantivo maschile “pāda”, “capitolo”;

 

Quindi abbiamo:

Terzo-poteri/risultati che insorgono-capitolo.

 

Possibile interpretazione:

Terzo capitolo [che parla dei] poteri.

 

3.1:

देशबन्धश्चित्तस्य धारणा ॥३.१॥

 

In caratteri latini:

deśabandhaścittasya dhāraṇā ||3.1||

 

Sciogliamo il sandhi:

deśa-bandhaś cittasya dhāraṇā ||3.1||

 

Ovvero:

deśa-bandhaḥ cittasya dhāraṇā ||3.1||

 

deśa, sostantivo maschile, radice verbale "diś", "mostrare", "dimostrare", Significato "posizione", "territorio", "spazio";

bandhaḥ, nominativo singolare del sostantivo maschile “bandha”, dalla radice verbale “bandh”, “legare”, “imprigionare”. Significato: “legato”, “imprigionato”:

cittasya, genitivo singolare del sostantivo neutro “citta”, dalla radice verbale “cit”, “percepire”, “notare”, “osservare”. Significato:dello “spazio percettivo”, della “mente percettiva”, “della facoltà della percezione”.

dhāraṇā, sostantivo femminile ”, dalla radice verbale “dhr̥”, “prendere”, “afferrare”; significato “trattenuta/trattenere”, “imprigionata/imprigionare”, “concentrata/concentrare/concentrazione”.

 

Quindi avremo:

Spazio/territorio-imprigionato-della mente-concentrazione.

 

Possibile interpretazione:

Dhāraṇā consiste nell’imprigionare (bandhaḥ) la mente (cittasya) in un luogo (deśa).

Commento di Vyāsa: Dopo che sono stati descritti i cinque mezzi , viene ora discussa la concentrazione (dhāraṇā). Dhāraṇā  significa imprigionare la mente in un luogo. […] [Ciò] significa che la mente si sposta veloce in luoghi come il cakra dell'ombelico, il cakra del cuore, la luce al sincipite, la base della gola, la punta della lingua e altre parti del corpo. corpo; oppure […] in un qualsiasi altro oggetto esterno.

 

 

3.2:

तत्र प्रत्ययैकतानता ध्यानम् ॥३.२॥

 

In caratteri latini:

tatra pratyayaikatānatā dhyānam ||3.2||

 

Sciogliamo il sandhi:

tatra pratyaya-eka-tānatā dhyānam ||3.2||

 

tatra, locativo singolare del pronome di terza persona “tat”. Significato: “in quel luogo”, “lì”, “laggiù”;

pratyaya, tatpuruṣa, sostantivo maschile “pratyaya”; dal prefisso “prati”, “indietro”, “contro”; radice verbale “i”, andare. Significato: “esperienza”, “cognizione”, “idea”. [N.B. “pratiyaya” assume vari significati a seconda dell’ambito in cui è inserito. In ambito grammaticale, in ambito filosofico, in ambito medico assume significati completamente diversi];

ekatānatā, sostantivo femminile, dall’aggettivo “ekatāna” - “concentrato”, “fissato su un solo oggetto”- formato da “eka”, “uno” e “tāna”, “oggetto dei sensi”, dalla radice verbale “tan”, “allungare”, “estendere”;  la parola termina con il suffisso “tā” che forma nomi astratti femminili. Significato: “continuità”, “unicità”, “senza deviazioni”;

dhyānam, nominativo singolare del sostantivo neutro “dhyāna”; radice verbale “dhyai” (dhyā),  “pensare”, “avere in mente”, “riflettere”; con il suffisso neutro Kr̥t , ovvero che indica un’azione, “ana”

Quindi avremo:

in quel luogo-idea/cognizione-unicità/continuità-azione del riflettare/meditare.

 

Possibile interpretazione:

Dhyāna consiste nel flusso ininterrotto di contenuti mentali (pratyayaikatānatā) in quello stesso luogo (tatra) [riferito all’oggetto di dhāraṇā del versetto precedente].

 

Commento di Vyāsa: La meditazione è “ pratyayasyaikatānatā” cioè il flusso immutabile , dello sforzo mentale per comprendere l'oggetto della meditazione, non toccato da nessun altro sforzo della mente.

 

Commento di Vyāsa in sanscrito:

tatra pratyayaikatānatā dhyānam ||  _3.2 ||

 

tasmindeśe dhyeyālambanasya pratyayasyaikatānatā sadṛśaḥ pravāhaḥ pratyayāntareṇāparāmṣṭo dhyānam . 3.2

 

 

3.3.

 

तदेवार्थमात्रनिर्भासं स्वरूपशून्यमिव समाधिः ॥३.३॥

 

In caratteri latini:

tadevārthamātranirbhāsaṁ svarūpaśūnyamiva samādhiḥ ||3.3||

 

Sciogliamo il sandhi:

tad evārtha-mātra-nirbhāsaṁ svarūpa-śūnyam iva samādhiḥ ||3.3|

 

Ovvero:

tat eva artha-mātra-nirbhāsam svarūpa-śūnyam iva samādhiḥ ||3.3||

tad, nominativo singolare del pronome di terza persona “tat”. Significato “questo”, “quello”;

eva, particella, “in realtà”;

artha, composto bahuvrīhi[2], sostantivo maschile “artha”, “scopo”, “oggetto”.

mātra, tatpuruṣa, composto genitivo [vedi: https://oursanskrit.com/2017/10/15/lesson-24-tatpuru%E1%B9%A3a-compounds/ ], sostantivo neutro “mātra”. Nella tradizione  Śaiva indica “lo spazio occupato da un atomo”, “la dimensione di un atomo”; qui, secondo la maggior parte dei traduttori, va inteso come “solo”, “solamente”;

nirbhāsam, nominativo singolare neutro di “nirbhāsa”, dal prefisso “nir”, forma alternativa di “nis”, “fuori”, “avanti”, “via”;  dalla radice verbale “bhās”, “luce”, “splendore”. Significato: “apparenza”, “sembiante”, “sembrare”;

svarūpa, tatpuruṣa, sostantivo neutro; aggettivo sva”, “suo”, “proprio”; sostantivo maschile rūpa”, “forma”; significato: “sua propria forma”;

śūnyam, nominativo singolare aggettivo “śūnya”; sostantivo neutro “śūna” dalla radice verbale “śū” “rigonfiare”, “crescere”. Significato: “vuoto”;

iva, particella, “anche così”, “circa”, “allo stesso modo”, “per così dire”;

samādhiḥ, nominativo singolare del sostantivo maschile “samādhi”, dal prefisso “sam”, “insieme, “con”, e dal sostantivo maschile ādhi, formato dal prefisso "ā", "verso", "vicino", e dalla radice verbale “dhā”, “mettere”, “posizionare”, “posare”. Significato: “assorbimento”, “connessione”, “esperienza unitaria”.

 

Quindi avremo:

Questo/quello-in realtà-oggetto-solo-apparenza-sua propria forma-vuoto-per così dire- samādhi”.

 

Possibile interpretazione:

Samādhi è quella (tad) condizione in cui (colui che medita) ha coscienza solo dell’oggetto di meditazione e non di sé stesso.

 

Commento di Vyāsa:  Si parla di samādhi quando ,in funzione del fatto che l'oggetto della contemplazione prende pieno possesso della mente, la contemplazione mostra solo la luce della forma dell'oggetto contemplato ed è, per così dire, priva della sua natura di autocognizione/autocoscienza.

 

Commento di Vyāsa in sanscrito:

tadevārthamātranirbhāsaṃ svarūpaśūnyamiva samādhiḥ || 3.3 ||

 

dhyānameva dhyeyākārānirbhāsaṃ pratyayātmakena svarūpeṇa śūnyamiva yadā bhavati dhyeyasvabhāvāveśāttadā samādhirityucyate. 3.3

 

 

 

 

 

 

 

 

3.4

 

त्रयमेकत्र संयमः ॥३.४॥

 

In caratteri latini:

trayamekatra saṁyamaḥ ||3.4||

 

Sciogliamo il sandhi:

trayam ekatra saṁyamaḥ ||3.4||

 

trayam, nominativo singolare del numerale neutro ”traya”, “Un aggregato di tre”, “una triade”, “un trio”;

ekatra, avverbio, dalla parola numerica “eka”, “uno”; significato: “unito”, “in un unico luogo”, “uniti in un unico luogo”;

saṁyamaḥ, nominativo singolare del sostantivo maschile saṁyama, dal prefisso "sam", "insieme a", "con”, e dal sostantivo maschile “yama” “controllo”, “autocontrollo”, “moderazione”; dalla radice verbale “yam”, “tenere”, “portare”. Significato”: “controllo”, “autocontrollo”, meditazione profonda; lo si può intendere come “Qualsiasi tipo di pensiero intuitivo nei suoi vari stadi di espressione”. In Śivapurāṇa 2.4.12 indica “gli yogi che adorano Śiva”.

 

Quindi abbiamo:

aggregato di tre-unito/uniti in un luogo-autocontrollo.

 

Possibile interpretazione:

Praticare] i tre (trayam) [ovvero dhāraṇā, dhyāna e samādhi] insieme(ekatra) [viene detto] saṁyama.

 

Commento di Vyāsa:

Questi tre insieme, dhāraṇādhyānasamādhi, sono Saṃyama. La pratica di tutti e tre con riferimento ad un oggetto di pensiero è Saṃyama. Questa parola Saṃyama è un termine tecnico della scienza inteso a denotare i tre.

 

Commento di Vyāsa in sanscrito:  

trayamekatra saṃyamaḥ || YS_3.4 ||

 

tadetaddhāraṇādhyānasamādhitrayamekatra saṃyamaḥ. ekaviṣayāṇi trīṇi sādhanāni saṃyama ityucyate. tadasya trayasya tāntrikī paribhāṣā saṃyama iti.



[2] Bahuvrīhi (बहुव्रीहि).-Un composto simile nel significato alla parola बहुव्रीहि ( bahuvrīhi ) (letteralmente “in possesso di molto riso”) che, indica un oggetto relativamente diverso dai significati dai membri costituenti del composto stesso; Esistono vari tipi di composti Bahuvrihi come समानाधिकरणबहुव्रीहि, व्यधिकरणबहुव्रीह ि, संख्याबहुव्रीहि, सहबहुव्रीह ि, नञ्बहु-व्रीहि ( samānādhikaraṇabahuvrīhi , vyadhikaraṇabahuvrīhi , saṃkhyābahuvrīhi , digbahuvrīhi , sahabahuvrīhi , nañbahu-vrīhi ) , e अनेकपदबहुव्रीहि ( anekapadabahuvrīhi ) che dipendono dalla peculiarità specifica dei vari casi. Panini nella sua grammatica non dà alcuna definizione di बहुव्रीहि ( bahuvrīhi ) , ma afferma che è un composto diverso da quelli già dati vale a dire. अव्ययीभाव, द्वन्द्व ( avyayībhāva , dvandva ) e तत्पुरुष ( tatpuruṣa ) , è बहु व्रीहि ( bahuvrīhi ); cfr शेषो बहुव्रीहिः ( śeṣo bahuvrīhiḥ ) II. 3,23-28; anche cfr. अन्यपदार्थप्रधानो बहुव्रीहिः ( anyapadārthapradhāno bahuvrīhiḥ ) M. Bh. su P.II. 1,6; II. 1,20; II. 1.49. cfr:  https://search.worldcat.org/it/title/paninian-approach-to-philosophy-of-language-kaundabhattas-vaiyakaranabhusanasara/oclc/25163954

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