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Yoga e Sufismo - Il Bahr al-hayat, di Muhammad Ghawth Gwaliyari





Il più antico manuale illustrato di yoga è il Bahr al-Hayāt - "l'Oceano di nettare" -  un'opera composta nel XVI secolo dal maestro Sufi Muhammad Ghawth. 
Bahr al-Hayāt  sarebbe la traduzione in persiano dello Hawd ma' al-hayat  - "la Pozza dell'Acqua della Vita" - a sua volta traduzione arabo - datata probabilmente tra il XII e il XIII secolo -  di un perduto testo Nath dal titolo Amṛtakuṇḍa, "il vaso di Amṛta".
Bahr al-Hayāt - vedi: https://viewer.cbl.ie/viewer/image/In_16/8/LOG_0000/ è uno dei testi relativi allo yoga commissionati per il principe Selim (il futuro imperatore Mughal, Jahangir) e riveste una grande importanza non solo per ciò che riguarda l'interesse della cultura islamica per lo Yoga, ma soprattutto perchè grazie alle illustrazioni e all'accurata descrizione delle "tecniche operative, ci dà un'idea  di quale fosse la pratica fisica degli yogi antichi (Amṛtakuṇḍa dovrebbe essere stato composto prima del 1200).
Ecco un esempio della pratica yoga originaria secondo il maestro Sufi Muhammad Ghawth (traduzione tratta da https://asia-archive.si.edu/essays/ocean-of-life/ ), una pratica che consiste, a quanto pare, in una serie di visualizzationi -  assai simili a quelle che si praticano nel Qi Gong - effettuate in posizioni di non facilissima esecuzione come Kukkuṭāsana, Kapālāsana o Gorakṣāsana:

 [n. 12]. Quando si desidera eseguire la pratica bhuvangam - dove bhuvangam è l'espressione per il serpente (mār) - proprio come il serpente inspira, il praticante deve agire secondo questo sentiero e comprenderlo. Si siede su entrambe le ginocchia, tenendo la bocca chiusa; inala per le narici, portando il respiro sotto l'ombelico, poi dall'ombelico lo porta con la forza alla base del cervello. Da lì, gradualmente si rilascia, e lo riporta sotto l'ombelico. 
Ancora una volta si tira su con la forza, e si ripete così, finché si può. Si trattiene il respiro [...] non lasciandolo uscire attraverso le narici e la bocca. Quando non si riesce più [a trattenerlo], si fa uscire il respiro per la via delle narici con voce forte, di nuovo dall'alto, e [...] si ricomincia la pratica.

























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