Riflettevo sul fatto che tra gli yogi occidentali si discute - e si litiga - molto sulle abitudini alimentari e sui costumi sessuali di guru e maestri, ma non si parla quasi mai del fatto che moltissimi yogi e monaci sia hindu sia buddhisti, si fumavano - e si fumano - "anche la moquette".
Nisargadatta ad esempio era un accanito fumatore di Beedi ed è morto di cancro alla gola. Ramakrishna fumava sia tabacco sia canapa, ed è morto a poco più di 50 anni anche lui di cancro alla gola.
Vivekananda, discepolo di Ramakrishna, oltre ad essere convintamente carnivoro - come quasi tutti i bengalesi - fumava sia la pipa sia il chiloom ed è morto a 39 anni a causa di problemi circolatori.
Anche se negli ashram e nelle cliniche ayurvediche aperte agli occidentali, è vietato l'uso di sostanze intossicanti, è facile dimostrare che il numero di yogi, monaci e sadhu, più o meno famosi, dipendenti da cannabis e nicotina sia altissimo.
Senza contare l'uso generalizzato del Bhang, bevanda a base di miele e di marijuana, e di altre sostanze inebrianti.
Chissà perchè nell'ambiente delle cosiddette discipline olistiche, fa più scalpore il caso di un insegnante di yoga che si mangia una braciola di maiale, che l'abuso di tabacco e marijuana da parte di guru e monaci?
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