Dopo aver scritto di Sai Baba di Shirdi e dei suoi chiloom di erba, sono andato a cercare alcune vecchie discussioni su un forum di Yoga che moderavo una decina di anni fa, ed ho trovato una serie di accese - e divertenti - discussioni sul buddhismo e sulle abitudini sessuali e alimentari dei monaci buddisti. mi sono riletto "Vita di Milarepa". e mi sono segnato alcune "perle" sulle quale, secondo me, un aspirante yogin farebbe bene a riflettere.
L'edizione che ho è quella di Adelphi, a cura di Jacques Bacot.
Pg. 161:
"Così detto [Peta, la sorella di Milarepa] mi diede il cibo e la birra.
Mangiai e bevvi e immediatamente la mia intelligenza si rischiarò.
Quella sera la mia devozione ne trasse molto vantaggio."
Pgg. 162-163:
"Qualche giorno dopo Dresse venne a trovarmi insieme a Peta, portandomi carne, burro rancido, tsampa e molta birra [...] Se ne andarono e io mangiai i buoni cibi che avevano portato[...] le mie vene [nadi], per via dell'uso dei cibi cattivi, si erano tutte annodate e non potevano sostenersi. Quindi la birra di Peta le rianimò un poco.
Le offerte di Dzesse [carne, burro, Tsampa, farina] finirono per rianimarmi del tutto.
[...]Conformemente alle prescrizioni del rotolo di carta [ il rotolo sigillato che gli aveva dato il Lama Marpa e che conteneva delle formule e l'indicazione di mangiare cibi nutrienti, ovvero carne, burro, vino, birra....]
mi sforzai di realizzare le condizioni di corpo, respiro, pensiero.
Considerando
(1) che Milarepa è considerato il più grande yogin tibetano, (2)che Milarepa è ineluttabilmente buddista, (3)che il suo lignaggio è quello di Naropa, ovvero dell'iniziazione sessuale, non è che il testo mi sorprenda molto, ma non si può negare che le parole di Milarepa stridano con l'idea che la maggior parte delle persone ha dello yoga, del buddismo e delle pratiche corporee.
(1) che Milarepa è considerato il più grande yogin tibetano, (2)che Milarepa è ineluttabilmente buddista, (3)che il suo lignaggio è quello di Naropa, ovvero dell'iniziazione sessuale, non è che il testo mi sorprenda molto, ma non si può negare che le parole di Milarepa stridano con l'idea che la maggior parte delle persone ha dello yoga, del buddismo e delle pratiche corporee.
L'idea che Monaci, Maestri e Yogi siano anzi debbano essere tutti astemi, casti e vegetariani nasce da moderne concezioni filosofiche e dai moderni costumi alimentari, ma non corrisponde assolutamente a ciò che leggiamo nei testi tradizionali, a cominciare dai Veda e dai Purana ricchi di descrizioni di sacrifici animali, banchetti pantaguelici ecc.
Che sia un bene o un male non so.
Sicuramente è un fatto di cui sarebbe saggio tener conto.
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