Nonostante in molti testi si parli esclusivamente di sei cakra + il cakra dei mille petali, in genere nella tradizione Nath se ne
enumerano nove:
1.
Brahmā Cakra - corrispondente al Mūlādhāra Cakra;
2.
Svādhiṣṭāna
Cakra " – “centro di supporto del sé", “la sua propria dimora”;
3.
Nābhi Cakra "centro dell'ombelico";
4.
Hṝdayādhāra "centro del cuore";
5.
Kaṇṭha Cakra "centro della gola";
6.
Tālu Cakra "Centro del palato";
7.
Bhrū Cakra – “Centro tra le sopracciglia" non sempre identificabile
con ajñā cakra, posto spesso al centro della
fronte.
8.
Nirvāṇa Cakra che alcuni fanno corrispondere al brahmārandhra e altri ad ajñā cakra
9.
Ākāṣa Cakra "centro dello spazio", posto al sincipite
per alcuni, sopra la testa secondo altri.
Un altro sistema di cakra presente nello Yoga dei Nāth è
quello dei cinque maṇḍala mistici, i cosiddetti Pañcakra, citati
nel Kubjikāmata-tantra, un altro testo attribuito a Gorakṣa ovvero:
1.
Devīcakra, o “cakra delle dee”,
viene associato all'elemento Terra (pṛthvī). Si trova nella
regione sotto l'ombelico e corrisponde grosso modo ad una posizione intermedia
tra mulādhāra cakra e śvādhiṣṭhāna cakra. Devīcakra è la
sede di 4 energie – Devī – ognuna delle quali accompagnata da 4 varianti,
per un totale di 20 Devī. Nella tradizione tibetana è a volte rappresentato
come un loto verde/azzurro con 32 petali.
2.
Dūtīcakra, o “cakra delle dee messaggere”
viene associato all’elemento Acqua (apas). Si trova nella regione dell’ombelico
ed è considerato la sede di 9 varianti di 9 energie femminili, per un totale di
81 divinità femminili. Nella tradizione tibetana è, a volte, rappresentato come
un loto di colore giallo a 64 petali.
3. Mātṛcakra, o cakra delle mātṛkā”, viene
associato all’elemento Fuoco (tejas). Si trova nella zona del cuore ed è
la sede di 8 energie femminili ognuna delle quali ha 8 varianti per un totale
di 64 divinità. Nella tradizione tibetana è, a volte, rappresentato come un loto
di colore blu ad 8 petali. Ognuna delle 8 divinità fondamentali considerata la
signora di una delle 8 direzioni, ed è associata ad uno dei fonemi chiamati aṣṭamātṛkā
- “8 piccole madri” - ovvero:
अ |
आ |
इ |
ई |
उ |
ऊ |
र |
ल |
a |
ā |
i |
Ī |
u |
ū |
ra |
la |
4. Yoginīcakra, o cakra delle yoginī, è associato all’elemento Aria (vāyu). Si trova nella zona
della gola ed è la dimora di sei/sette divinità note come ḍākinī,
considerate le signore degli elementi della natura e dei tessuti corporei (dhātu). Nella tradizione
tibetana è, a volte, rappresentato come un loto di colore rosso con 32 o 16
petali. Nel kubjikāmatatantra le ḍākinī
sono citate
con i seguenti nomi:
-
Ḍāmari;
-
Ramani;
-
Lambakarṇī o Lambika;
-
Kakini o Kaki;
-
Sakini;
-
Yakṣinī;
-
Kusuminī.
Nel Kulārṇavatantra e nel Ṣaṭcakranirūpaṇa sono citate invece come:
-
Ḍākinī;
-
Rakini;
-
Lakini;
-
Kakini;
-
Sakini;
-
Hakini
-
Yakṣiṇī.
Spesso le Ḍākinī, nel loro
insieme, sono citate con le iniziali dei nomi delle prime sei di questo secondo
elenco, ovvero “DA RA LA KA SA HA”.
5. Khecarīcakra, o cakra delle Khecarī, è situato nel craniodel cranio, all’altezza del centro della fronte, o, secondo alcuni, sotto il sincipite. Il Khecarīcakra, collegato all'elemento Spazio (Ākāṣa) è composto da quattro maṇḍala, i primi tre dei quali sono la dimora di 64 dee definite khecarī o, talvolta, yoginī:
1. il sūryamaṇḍala, dimora di ventiquattro khecarī;
2. il somamaṇḍala, dimora di trentadue khecari;
3. il vahnimaṇḍala, dimora di otto khecari;
4. l'ādimaṇḍala, in cui ha sede l'ādiyoni, fonte
primordiale della creazione.
Nel quarto maṇḍala si manifesta Śiva nella forma detta
Asitāṅga, che è identificato con il Navātman nell’atto di fare l’amore
con la Devī Kubjikā. Sopra alla coppia c'è la Dea della Forma Suprema,
che può essere realizzata solo attraverso una meditazione sui due amanti.
I primi tre maṇḍala sono rappresentati come fiori di loto, sui cui
petali sono inscritte 48 sillabe:
Nei 24 petali del cerchio del Sole- sūryamaṇḍala – sono inscritte le
consonanti da Ka a Bha;
Nei 16 petali del cerchio della Luna - somamaṇḍala – sono inscritti
i sedici suoni vocalici.
Nel cerchio del Fuoco - vahnimaṇḍala – sono inscritte le restanti
consonanti fino alle sibilanti (Sa ecc.).
Nel centro - ādimaṇḍala – si trovano le sillabe Ha e Kṣa[1].
Il Khecarīcakra è legato anche al mantra delle 15 sillabe o Kadimantra.
Il Mantra dalle 15 sillabe
Esistono due diversi mantra dalle
15 sillabe o pañcadaśī.
Pañcadaśa significa
“quindici” ad indicare il numero di bīja o sillabe seme di cui è composto – ognuno
dei quali con varianti di vario genere, attribuiti rispettivamente ad Agastya (अगस्त्य) – uno degli
autori degli inni vedici considerato il fondatore delle arti marziali del Sud
dell’India – e alla sua sposa, la principessa Lopāmudrā लोपामुद्रा).
Mantra di Agastya:
कएईलह्रीं ka e ī la hrīṃ
हसकहलह्रीं ha sa ka ha la hrīṃ
सकलह्रीं sa ka la hrīṃ.
Mantra di Lopāmudrā:
हसकलह्रीं ha sa ka la hrīṃ
हसकहलह्रीं ha sa ka ha la hrīṃ
सकलह्रीं sa ka la hrīṃ.
In tutti e due i casi ogni verso
è legati ad uno dei primi tre cerchi del Khecarīcakra, ovvero,
rispettivamente:
-
Il primo verso (कएईलह्रीं ka e ī la hrīṃ o हसकलह्रीं ha sa ka la hrīṃ) al vahnimaṇḍala;
-
Il secondo verso (हसकहलह्रीं ha sa ka ha la
hrīṃ) sūryamaṇḍala;
-
Il terzo verso (सकलह्रीं sa ka la hrīṃ) al somamaṇḍala.
[1]
Secondo il Manthānabhairavatantra come
citato dal sito https://www.wisdomlib.org/definition/khecaricakra
le sillabe inscritte nel centro del Khecarīcakra sono Ma e Kṣa.
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