Il Tantra dello Sguardo è una tecnica tanto semplice quanto tremendamente efficace; ci siede tanto vicini da rischiare di sciogliersi in un bacio e si cercano i nostri occhi negli occhi dell'altro. Si respira e si immagina di prendere aria e, poi, di donarla al partner proprio attraverso gli occhi.
Tecnica semplice, che ha effetti straordinari: dopo un po' si perde la coscienza dello spazio e ci si confonde, fino a non sapere più chi è colui che osserva e chi è che è l'osservato.
Guardarsi negli occhi, senza nessun altro scopo che ricevere e donare un riflesso di luce: Laura ed io lo facciamo spesso, e ogni volta mi meraviglio della potenza, assurda, di un esercizio così semplice.
Certo essere innamorati aiuta, ma è un'esperienza che vale sempre la pena di provare: si ha la sensazione di vedersi visti e di toccare, per un istante, un brandello della propria essenza.
Bisogna dire che tempo era una pratica comune, non occorreva certo essere Yogi: lo sguardo e il gesto erano più importante della parola, e la verità passava da cuore a cuore, in un battito di ciglia o una carezza leggera come il vento d'estate.
Oggi lo sguardo passa per i filtri di Instagram, e più che cercare se stesso nell'altro, sembra abbia la funzione di vendere opinioni ed accaparrarsi l'interesse di possibili compratori di corsi online o linee di pensiero.
Oggi lo sguardo e il corpo vendono soprattutto parole. parole che hanno smarrito spesso il loro senso antico e sono usate, anch'esse quasi solo per vendere.
Internet, la meravigliosa biblioteca di Babele che ci permette di attingere al sapere universale come fosse il pozzo di casa, ci ha trasformato. Cambiando la nostra maniera di comunicare abbiamo cambiato anche il nostro pensiero.
Per non
scomparire nel fiume infinito di parole che esonda, ad ogni ora del giorno, da
pc e telefonini, abbiamo cominciato a cercare modalità espressive non
ordinarie, sintetiche, interessanti.
Ci
siamo trasformati tutti in esperti di marketing, alla ricerca delle migliori
strategie per vendere noi stessi.
E
vai con il sorriso buddhico o tenero, a seconda delle esigenze, con lo sguardo furbo da chi la sa lunga o l'espressione da gattino triste, con l'aforisma e la frase ad effetto, con l'originalità grafica o
linguistica.
Oggi si
litiga, ci si lascia, ci si denuncia per un sms o una E-mail.
Le lettere maiuscole, che un tempo ci informavano dell'inizio di un nuovo paragrafo o del nome proprio, adesso sostituiscono gli sguardi e le inflessioni della voce:
"x
favore" è una preghiera, "X Favore!" è una minaccia.
E la cosa più interessante è che chi legge muta il proprio stato d'animo a seconda della grandezza delle lettere, cosi che alla fine, per un errore di battitura si rischia di perdere il lavoro o rompere un'amicizia. Ci si guardasse negli occhi sarebbe un’altra cosa, ma ormai sembra impossibile comunicare in maniera diversa.
Un’altra cosa alla quale dovremmo porre attenzione è quella del
controllo.
Nella
biblioteca di Babele dove, in teoria, vige la piena libertà di espressione,
siamo tutti controllati e controllori.
Lo
sappiamo, e quindi, utilizziamo un linguaggio obliquo tanto come gli sguardi che ci eternano su FB.
Spesso
è una necessità: ogni cosa che scriviamo sul pc potrebbe essere usata contro di
noi
Questa paura, più o meno conscia, del controllo porta a modificare ulteriormente le nostre modalità espressive.
Alla fine non solo cerchiamo le parole giuste, che facciano colpo e riescano a venderci
meglio, ma cerchiamo pure di mascherare le nostre vere intenzioni, di non
essere troppo espliciti.
Più
aumentano le possibilità di comunicare e meno sappiamo parlare al cuore degli
altri.
Lo scopo
dello Yoga sarebbe, si dice, quello di portare alla luce, alla coscienza, un nucleo puro,
luminoso, eterno che sonnecchia dentro di noi.
Un Angelo Caduto? Un Dio Annichilito? Il Brahman?
Io credo si tratti semplicemente dell'Essere
Umano.
Lo yoga ci fornisce spazzole, stracci e detersivi per ripulire il corpo e la mente e mostrarci la nostra vera natura.
Ci dà accesso alla stanza segreta del cuore: è lì
che si nasconde il nucleo luminoso dell'esistenza.
Un qualcosa che si esprime con luce e suono.
Niente di vago o indefinito ma un universo
intero, con tanto di stelle e pianeti, che vibra in noi.
Non basta saperlo o dirlo.
Va visto e ascoltato.
Ma come si fa nell'Era della Biblioteca di Babele, a vedere ed ascoltare davvero?
Tutti noi yogi parliamo e scriviamo continuamente di
Ascolto Interiore e di Vedere con la maiuscola, ma, appunto, ne scriviamo e ne
parliamo scegliendo, anche nelle relazioni non virtuali, le parole più adatte a
vendere il nostro pensiero e la nostra persona.
Il motto del nostro tempo è SE NON APPARI NON
ESISTI, e anche i più accesi nemici del Mercato Globale si adeguano perché,
giustamente, vogliono esistere.
Solo se esistiamo possiamo vendere i nostri
prodotti che magari sono, o pensiamo siano, il bene comune, la felicità, la
Conoscenza.
Un tempo si era più semplici e chiari
Niente giri di parole, niente linguaggi obliqui o codici da spie: uno sguardo, un sorriso, una smorfia.
Parliamo sempre di sincerità, di verità, di
dialogo da cuore a cuore e poi invece di aspettare che le parole vengano spinte
in superficie dalla marea delle emozioni cerchiamo la maniera migliore per
"catturare l'attenzione".
Sarà mai possibile vedere e ascoltare l'Universo
in noi se monitoriamo incessantemente le reazioni altrui ai nostri gesti e
parole?
Ogni volta che scegliamo una parola, un'immagine, un abito, una postura non per esprimere il nostro pensiero e le nostre emozioni, ma per piacere agli altri, nascondiamo un pochino di più la nostra vera natura.
Lo scopo dello Yoga è quello di portare alla luce, alla
coscienza, un nucleo puro, luminoso, eterno che sonnecchia dentro di noi. Un
Angelo Caduto? Un Dio Annichilito? Il Brahman?
Io credo si tratti semplicemente dell'Essere Umano.
Lo Yoga ci dà accesso alla stanza segreta del cuore: è lì che si nasconde il nucleo luminoso dell'esistenza.
Un qualcosa che si esprime con luce e suono.
Niente di vago o indefinito ma un universo intero, con
tanto di stelle e pianeti, che vibra in noi.
Non basta saperlo o dirlo.
Va visto e ascoltato.
Ma come si fa nell'Era della Biblioteca di Babele, a
vedere ed ascoltare davvero?
Il motto del nostro tempo è se non appari non esisti, e anche i più accesi nemici del Mercato Globale si adeguano perché, giustamente, vogliono esistere.
Solo se esistiamo possiamo vendere i nostri prodotti che
magari sono, o pensiamo siano, il bene comune, la felicità, la Conoscenza.
Parliamo sempre di sincerità, di verità, di dialogo da
cuore a cuore e poi invece di aspettare che le parole vengano spinte in
superficie dalla marea delle emozioni cerchiamo la maniera migliore per
"catturare l'attenzione".
Sarà mai possibile vedere e ascoltare l'Universo in noi
se monitoriamo incessantemente le reazioni altrui ai nostri gesti e parole?
Ogni volta che scegliamo una parola, un'immagine o un
abito non per esprimere il nostro pensiero e le nostre emozioni, ma per piacere
agli altri, nascondiamo un pochino di più la nostra vera natura.
Ogni volta che, con le migliori intenzioni, ci adeguiamo
alle leggi del mercato, svendiamo un pezzetto della nostra umanità.
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