L’immagine che accompagna questo articolo è una illustrazione del Malla Purāṇa, “l’antico racconto dell’atleta”, conservato al Bhandarker Oriental Research Institute di Pune. Si tratta di una copia risalente al 1731 di un documento probabilmente antichissimo diviso in diciotto capitoli che descrivono con grande precisione la dieta, i rituali e le tecniche di allenamento degli atleti professionista dell’India antica.
In Occidente il Malla Purāṇa, a quanto ne sappiamo, non è mai stato pubblicato, e le prime notizie che lo riguardano si devono a Norman E. Sjoman - uno studioso canadese laureato in sanscrito all'Università di Pune, praticante di Yoga Iyengar - che ha avuto modo di studiarlo negli anni ’90 e ne ha riportato ampi stralci in un libro pubblicato in India nel 1996, “The Yoga Tradition of the Mysore Palace”[1], dove parla delle affinità tra gli esercizi del Malla Purāṇa e lo Yoga moderno, citando il “Saluto al Sole” ed una serie di diciotto āsana (posture) praticati ancora oggi nelle scuole di Yoga, che sarebbero descritti nell’antico manuale.
Il “Purāṇa dell’Atleta” ci riserva sorprese che per noi che amiamo lo sport possono essere entusiasmanti: innanzitutto è un libro rivelato da Kṛṣṇa ad una jāti (“famiglia”, “clan”) di Brahmini, e quindi può essere considerato un testo sacro, ovvero apauruṣeya, parola sanscrita che significa “non di origine umana”; In secondo luogo la jāti che lo ha custodito gelosamente per secoli, tramandandolo di padre in figlio, è quella dei brahmini Jyesthimalla, famosi almeno dal medioevo come atleti, guardie del corpo e guerrieri[1]. Quella dei Jyesthimalla, è una tradizione vivente perché le loro palestre di ginnastica e di lottasono ancora attive nel Gujarat, nel Rajastan a Mysore e a Hyderabad, nel Telangara.
Visitare una delle palestre dei Jyestimalla può diventare una esperienza di grande valore formativo, perché potremmo vedere dei brahmini (i custodi della tradizione spirituale) e degli yogin che si allenano secondo le tecniche antiche, mescolando tranquillamente i riti alle divinità, le posture dello Yoga, la meditazione, il malla-khamba (lo Yoga aereo), la ginnastica callistenica e dimostrando che lo sport e la ricerca spirituale non sono, almeno nell'India tradizionale, due mondi separati, ma due vie, che possono incontrarsi e coincidere, finalizzate all'evoluzione dell'essere umano nella sua totalità: Corpo, Parola e Mente.
[1] Fonti:
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Joseph S.
Alter, "The sannyasi and the Indian
wrestler: the anatomy of a relationship". American
Ethnologist. 19 (2-May 1992). ISSN 0094-0496.
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Joseph
S.Alter, The Wrestler's Body: Identity
and Ideology in North India. University of California Press. (1992). ISBN 0-520-07697-4.
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