Tra
la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, l’aristocrazia bengalese svolse un
ruolo fondamentale nella creazione e nello sviluppo del movimento indipendentista
indiano.
Si
tratta di un nucleo ristretto di famiglie, spesso imparentate tra loro,
appartenenti al “clan” dei “Bengali Kayastha”, arrivate in Bengala nel X
secolo dall’attuale Uttar Pradesh per sfuggire alle incursioni islamiche[1]:
Dal
clan dei Kayastha provengono alcuni dei più importanti politici, artisti e, soprattutto,
maestri spirituali del XX secolo, come, solo per citare alcuni nomi:
- Swami
Vivekananda (Narendranath Datta);
- Il rivoluzionario Bhurendranath Data
(fratello di Vivekananda);
- Sri Aurobindo (Aurobindo Ghose);
- Il poeta Manmohan
Ghose (Fratello di Aurobindo);
- Il rivoluzionario Barindra Kumar Ghosh (fratello
minore di Aurobindo e Manmohan),;
- Paramhamsa Yogananda (Mukunda Lal Gosh);
- Lo
yogin Bishnu Charan Ghosh (fratello di Yogananda);
- Lo scrittore Sananda Lal
Ghosh (fratello minore di Yogananda e Bishnu Charan Gosh);
- Swami Prabhupada
(Abhay Charan De) fondatore dell’International Society for Krishna
Consciousness (Hare Krishna);
- Il leader nazionalista Subhas Chandra Bose;
- Il politico
Sarat Chandra Bose (fratello minore di di Subas Chandra Bose).
I
Kayastha bengalesi, tra il XIX e il XX secolo, sacrificarono a Bharati Mata -
la Madre India - tutte le loro risorse fisiche, intellettuali ed economiche, impegnandosi
fino alla fine nella lotta agli inglesi e nella creazione di un’India
moderna.
La
loro azione si svolse contemporaneamente su tre piani diversi:
1- La lotta armata,
prima con le formazioni clandestine dell’Anushilan Samiti - per gli inglesi Body
Building Society[2]
- poi con un esercito regolare agli ordini di Subhas Chandra Bose;
2- Le riforme
sociali, con, ad esempio le lotte per i diritti della donna e la lotta alla
prostituzione “obbligatoria ‘’ imposta dagli inglesi nel 1860;
3- Il rinnovamento
della cultura, con la revisione dei testi tradizionali, l’apertura dello studio
del sanscrito ai non brahmini e la riforma del sistema scolastico e dell’educazione
fisica indiana.
Quest’ultimo
punto è quello che più ci interessa in questo ambito:
l’opera dei “Fighters of
Freedom” bengalesi darà vita infatti ad una serie di movimenti e discipline che
nel secolo successivo conquisteranno l’occidente, dal Vedānta riformato
di Vivekananda, allo Yoga “cristiano” – tra virgolette e con valenza positiva –
di Yogananda fino allo yoga ginnico/posturale – che noi definiamo ginnastica yoga - di Bishnu Charan Ghosh – fratello e allievo di Yogananda – di Krishnamacharya,
Iyengar ecc.
Il
fine dei Fighters of Freedom era quello di creare una nuova immagine della donna
e dell’uomo indiani, in grado di contrastare il mito della “Western Superiority”, la presunta superiorità fisica e spirituale propagandato dai colonialisti inglesi.
Per
far questo si rivolsero alla filosofia e alla Educazione Fisica occidentale alle teorie dell’empirista scozzese David
Hume alla didattica di François Delsarte e di Émile jacques Dalcroxe, e alle
esperienze di maestri occidentali oggi
quasi dimenticati come Henrik Ling – padre della “Ginnastica Svedese” - Niels
Ebbesen Mortensen Bukh - ideatore della “Primary Gymnastics" – e il bodybuilder
tedesco tedesco Max Sick – Muscle Isolation – che ispirò lo “Yogoda” di Yogananda[3].
Studiare
le teorie, le opere e le tecniche di allenamento messe a punto da questi
misconosciuti padri occidentali dello yoga, può portare ad una visione più
oggettiva e forse ad una maggiore comprensione delle pratiche psico-fisiche
orientali.
Cominceremo
accennando alla figura di Henrik Ling ed alle fonti del suo lavoro, che, a
sorpresa – le vicende umane appaiono spesso ammantate da un velo di ironia - sono
da rintracciare nella ginnastica cinese del XVIII secolo, o meglio dello studio
che della ginnastica cinese – Qi Gong – fecero due gesuiti francesi, missionari
in Cina, Joseph-Marie Amiot e Pierre Martial Cibot.
LING E LA
GINNASTICA CINESE
Joseph-Marie
Amiot (Toulon,
8 febbraio 1718 — Pechino, 8 ottobre 1793), entrato nella Compagnia di Gesù nel
1737, fu inviato a Pechino nel 1750, periodo delle persecuzioni cristiane,
dove, per la sua cultura e il suo talento di musicista, entrò nelle grazie di Qianlong, quarto imperatore
della dinastia Ming. Corrispondente della Académie des
Sciences traduttore ufficiale dell’imperatore, e leader spirituale
della Missione francese di Pechino, introdusse in Occidente, per primo, la
musica, l’arte e la medicina cinese, con un attenzione particolare per la
pratica e la teoria dell’agopuntura.
Pierre
Martial Cibot (Limoges, 15 agosto 1727 – Pechino, 1780), botanico con la
passione della meccanica, entrato nella Compagnia di Gesù nel 1743, arrivò invece
a Pechino nel 1760 e si stabilì alla corte di Qianlong, per il quale
costruì degli orologi meccanici e ideò una serie di giardini all’occidentale.
Amiot e Cibot furono autori di una quantità incredibile di libri
sul taoismo, la lingua cinese, l’Astronomia, la Botanica...Insieme scrissero “Mémoires concernant l'histoire, les sciences, les arts, les mœurs, les
usages des Chinois”, un’opera in quindici volumi che venne pubblicata in
Francia, integralmente solo nel 1790, dieci anni dopo la morte di Cibot.
In
un’Europa completamente affascinata dall’Esotismo
– o Orientalismo, il movimento
culturale di cui furono esponenti, tra gli altri, artisti come Eugène Delacroix, Jean Auguste Dominique Ingres, Jean-Léon Gérôme – “Memoires…” ebbe un successo
clamoroso. Il trattato di Cibot sulla ginnastica medica cinese, quella che oggi
viene definita Qi Gong o Yoga taoista, “Notice du Cong-fou des Bonzes
Tao-see”, corredato dai
disegni realizzati dall’autore, attirò l’attenzione di medici e militari. Per
la prima volta in occidente il rapporto tra postura del corpo e salute veniva
esposto in un trattato scientifico, aprendo la via alle future discipline
psico-somatiche.
Nel suo compendio il gesuita francese oltre a
stupirsi della quantità di posizioni e della conoscenza anatomica di cui
facevano mostra i gymnosophistes
cinesi, suggeriva delle analogie tra le loro concezioni e l’alchimia
occidentale e accennava ad una, per noi occidentali misteriosa, energia interna
la cui libera circolazione nel corpo umano avrebbe il potere di rafforzare il
corpo, allungare la vita e allontanare le malattie.
Gli studi di Cibot entusiasmarono lo
svedese Henrik Ling (1776 – 1839), il fondatore della moderna ginnastica. Ling
prese le descrizioni degli esercizi e le illustrazioni di “Notice du Cong-fou des Bonzes Tao-see”, le adattò al gusto occidentale e ne
trasse un metodo personale. Né Ling né i suoi allievi negarono mai
le origini chinoises del suo metodo. Scriveva
nel 1857 N. Dally (un allievo della scuola di Ling):
"L’intera
dottrina di Ling, teorica e pratica, è solo una sorta di immagine fotografica
del Cong-fou taoista."
Ling stesso descrisse le sue tecniche, oggi definite “calistheniques”
come
"Uno splendido vaso cinese ricoperto da una vernice
europea."
Ling
non andò mai in Cina, né risulta che sia mai entrato in contatto con monaci o
medici taoisti. Il Cong Fou a cui attribuiva la paternità del suo metodo era
dichiaratamente quello di Padre Cibot, ovvero l’interpretazione che un gesuita
francese, forse alla luce degli esercizi spirituali di Ignazio de Loyola, aveva
dato di una tradizionale tecnica psicofisica orientale.
Per trentacinque anni Ling, insegnò quattro tipi di ginnastica:
educazione fisica, esercitazione militare, medica, ed estetica, nel suo
“Istituto Bernadotte” a Stoccolma. Fin quando Ling restò in vita, la sua
“Ginnastica medica” finalizzata sia a miglioramento della salute generale che
alla cura delle malattie, si fondò sui concetti di alchimia interiore che aveva
tratto dal lavoro dei gesuiti francesi.
Alla sua morte i concetti di soffio
vitale e di energia interna scomparvero e la “ginnastica svedese” si trasformò
in un mero esercizio fisico. Comunque sia le tecniche terapeutiche di Ling, con
l’utilizzo di corde, cinghie, spalliere e sostegni di vario tipo per gli
esercizi, furono la base del moderno sistema di educazione fisica e ginnastica
medica. I suoi esercizi di torsione, flessione, piegamento, cominciarono in
breve ad essere eseguiti in tutte le palestre e le scuole militari del mondo, e
fu proprio grazie ai militari che il Cong Fou di Cibot, condito in salsa
occidentale da Ling, fece ritorno in Oriente: in India, le tecniche di Ling entrarono
a far parte prima del piano di studi dello Shree Hanuman Vyayam Prasarak
Mandal, fondato nel 1914 dai “Fighters of Freedom” Shri Ambadaspant Vaidya
e Shri Anant Krishna Vaidya, e poi del lavoro di integrazione tra Yoga
tradizionale e ginnastica occidentale che, a Mysore, portò alla nascita del “Makaranda
Yoga” di Krishnamacharya e dello “Yoga
Kurunta” di Iyengar.
[1] Vedi: Ronald B. Inden (1976), “Marriage
and Rank in Bengali Culture: A History of Caste and Clan in Middle Period
Bengal. University of California Press. ISBN 978-0-520-02569-1.
[2] Fonti:
-
Peter
Heehs, The Bomb in Bengala: The Rise of Revolutionary Terrorism in India,
1900-1910. Oxford University Press. (1993) ISBN 978-0-19-563350-4.
Christophe
Jaffrelot. The Hindu Nationalist Movement in India. Columbia University Press.
(1996). ISBN 0-231-10334-4.
[3] Fonti:
-
Let's Call
it Danish Gymnastics: The Yoga Body – Mere Orthodoxy | Christianity, Politics,
and Culture.
Mere Orthodoxy (23 August 2011). Retrieved on 23 July 2018.
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