Passa ai contenuti principali

CHI ERA PATAÑJALI? STORIA SEGRETA DELLO YOGA





Nel corso delle nostre ricerche per “Storia Segreta dello Yoga” (https://www.amazon.com/STORIA-SEGRETA-DELLO-YOGA-Devozione-ebook/dp/B07YNWWXSG) abbiamo fatto una serie di scoperte talvolta entusiasmanti altre sconcertanti.

Lo sconcerto nasce dalla constatazione che per anni, noi - come la maggior parte dei praticanti e studiosi di yoga – abbiamo dato credito ad una serie di miti, leggende e “balle cosmiche” senza mai andarle a verificare.

Abbiamo preso per buone le storie che ci raccontavano maestri e insegnanti senza mai confrontarle con i testi e i reperti archeologici finendo per creare uno yoga ed una storia dell’India affatto diversi dalla realtà storica.

In alcuni casi, per far spazio alla verità, sarebbe bastato il comune buon senso, ma per qualche misteriosa ragione quando si parla di yoga, buddhismo e induismo le nostre capacità di analisi razionale sembrano svanire nel niente.

Prendiamo ad esempio Patañjali, l’autore degli Yoga Sūtra.
Di lui, stando a ciò che si racconta in Occidente, si sa poco e nulla.

Si dice che sia ’incarnazione di Ādiśeṣa, re dei nāga, mitica creatura metà umana e metà serpente, sulle cui spire riposa il dio Viṣṇu durante le pause, ristoratrici, tra la creazione e la dissoluzione di un ciclo cosmico.

La leggenda - che personalmente ho raccontato per anni – dice che un giorno, guardando Śiva ballare, Viṣṇu cominciò a battere le mani e a schioccare le dita per battere il tempo. 

Incuriosito il re dei nāga alzò la testa e rimase così affascinato dalla danza del Naṭarāja (così viene chiamato Śiva: Naṭarāja, re della danza) che lo implorò di insegnargliela per poterla, a sua volta, donare agli esseri umani. 

Fu così che Ādiśeṣa, deciso ad insegnare lo Yoga agli uomini, una volta istruito ai passi e ai gesti della danza di Śiva, si incarnò nel ventre di una donna sterile, ragion per cui venne chiamato Patañjali, da añjali, che significa “offerta”, “benedizione”, e pāta, “caduto dall’alto”[1].

Di certo si sa - a detta dei maestri indiani - che era il maestro di 'Gauḍapāda, maestro a sua volta del primo riformatore dell’Induismo, Adiśaṅkara, vissuto nell’VII secolo d.C.

Per ciò che riguarda il tempo in cui è vissuto, in base all'analisi della sua maniera di scrivere e all'uso di determinati vocaboli, la maggior parte degli studiosi lo colloca tra il IV e il II secolo a.C.

Lo ripetono anche in molte università, a quanto so: 
“Patañjali è vissuto tra il IV e il II secolo a.C”.

Ma scusate” - verrebbe da dire – “come è possibile che un uomo nato nel IV-II secolo a.C. sia il maestro del maestro di un uomo nato nell’VII secolo d.C.?”

Prendendo per buone le date riportate dalle fonti ufficiali almeno uno dei due, tra Gauḍapāda e Patañjali sarebbe vissuto una decina di secoli, cosa che appare decisamente poco probabile.

Il buon senso ci dice che le fonti ufficiali sono in errore:
Se Patañjali è stato il maestro di Gauḍapāda che è stato il maestro di Adiśaṅkara si suppone che i tre siano nati nell’arco di 100 -200 anni, cosa che collocherebbe l’autore degli Yoga Sūtra al più tardi alla fine nel IV secolo d.C.

Lo sappiamo che possono sembrare riflessioni irrilevanti, ma abbiamo notato che molto spesso i testi dello yoga tradizionali relativamente moderni vengono fatti risalire ad epoche antiche o antichissime e personaggi in carne ed ossa vengono altrettanto spesso trasformati in esseri divini o eroi leggendari e ci piacerebbe comprendere i motivi di queste mistificazioni della realtà.

La figura di Patañjali è un po’ l’emblema del processo di mistificazione che ha portato alla costruzione del moderno yoga occidentalizzato.

A dispetto delle leggende che abbiamo ascoltato e ripetuto per anni, infatti, Patañjali non è affatto il “serpente cosmico incarnatosi nel ventre di una donna sterile non si quando né dove”, ma un danzatore ed un esperto di āyurveda nato a Thiru-Gona-Malai, nell'attuale Sri Lanka.



Molte delle discussioni che si fanno ai nostri giorni sugli Yoga Sūtra svanirebbero come nebbia al sole se si leggesse un altro libro di Patañjali il Charana Shrungarahita Stotram dedicato al Naṭarāja, che Patañjali scrisse – non ci sono dubbi in proposito - durante la sua permanenza al Thillai Nataraja Temple di Chidambaram.

Il Nataraja Temple attuale è stato costruito nel X secolo d.C. sulle basi di una costruzione risalente, al massimo, al V secolo d.C.[2] per cui è assai difficile che sia stato visitato da Patañjali prima di quell’epoca.

Secondo le fonti storiche Tamil quindi Patañjali era uno yogin śaiva vissuto tra il V eil VI secolo d.C. Era anche un maestro di danza ed un grande esperto di Āyurveda.
La sua tomba è conservata nel tempio di Brahmapureeswarar.




Per qualche stravagante motivo il Charana Shrungarahita Stotram.- scritto in Tamil e scaricabile gratuitamente su internet[3] - non è mai stato tradotto in occidente.

Pensateci: è da più di un secolo che yogin e filosofi si interrogano sul significato degli Yoga Sūtra e sull’origine dello yoga di Patañjali, scopriamo che esiste un testo dello stesso autore che parla di Śiva re della danza e nessuno si prende la briga di tradurlo.

Forse inquadrare storicamente Patañjali nell’ambito dei creatori del nāṭya yoga – yoga danzato – del Tamil chiarirebbe le idee di molti sul significato dei versetti degli Yoga Sūtra.

Comunque sia, per la storia Patañjali era un danzatore nato nello sri Lanka nel IV-V secolo d.C. trasferitosi poi nel Tamil Nadu dove sarebbe entrato a far parte del gruppo dei cosiddetti Siddha del Tamil.

Le testimonianze sulla sua vita e sulle sue opere non sono certo rare nella letteratura Tamil, questo sotto ad esempio è un brano di un testo tantrico di Tirumular, il Tirumandiram, tradotto in Inglese poco tempo fa:

“Nandhi arul Petra Nadharai Naadinom Nandhigal Nalvar Siva Yoga MaaMuni Mandru thozhuda Patañjali VyakramarEndrivar Ennodu (Thirumular) Enmarumaame”

Traduzione:
“Cercammo i piedi del Signore che diede la grazia a Nandhikesvara. Eravamo questi otto: I quattro Nandhi, Śivayogamuni, Patañjali, Vyaghra pāda ed io”

Per i ricercatori indiani non c’è nessun dubbio: Patañjali era un danzatore del IV-V secolo d.C. e insegnava uno yoga pieno di riferimenti alla danza, alle arti marziali e allo Āyurveda.

Possiamo scegliere se credere ai documenti storici oppure alle leggende che lo ritraggono come un personaggio mitico nato chissà quando e chissà come che insegna uno yoga mentale, quasi privo di riferimenti al corpo fisico e all’alchimia interiore indiana.

La via della scienza e quella della fede spesso viaggiano su binari diversi, e non è detto che l’una conduca alla giusta destinazione e l’altra no.
Si tratta semplicemente di due punti di vista della realtà diversi.




[1] Nella realtà storica Patañjali era un uomo in carne ed ossa, nato nell’attuale Sri Lanka, a Thiru-Gona-Malai. Era un danzatore, paragonato ad un serpente per la morbidezza del gesto e la flessibilità del corpo, un esperto di Ayurveda (l’Arte vedica della medicina), e soprattutto era uno dei Siddha del Tamil, il gruppo di ricercatori che nella foresta di Chidambaram, nel sud degli India, crearono l’Arte chiamata Natya Yoga, dalla quale derivano le discipline chiamate oggi Haṭhayoga e Bharatanatyam (danza classica del sud dell’India). Le gesta dei primi Siddha sono raccontate in un testo tantrico, mai tradotto in italiano, il Tirumantiram di Tirumular (un altro dei Siddha dei Tamil). In Italia si parla spesso di Patanjali come di un personaggio mitico, forse mai esistito veramente e di cui comunque, si sa ben poco. Ecco una bibliografia di testi in inglese che affermano la storicità di Patanjali:
-          - Jonardon Ganeri, Artha: Meaning, Oxford University Press 2006, 1.2, p. 12.
-          - S. Radhakrishnan, and C.A. Moore, (1957). A Source Book in Indian Philosophy. Princeton, New Jersey: Princeton University, ch. XIII, Yoga, p. 453.
-          Gavin A. Flood, 1996.
-          Mishra, Giridhar (1981). "प्रस्तावना [Introduction]" (in Sanskrit). अध्यात्मरामायणेऽपाणिनीयप्रयोगानां विमर्शः [Deliberation on non-Paninian usages in the Adhyatma Ramayana] (Ph.D.). Varanasi, India: Sampurnanand Sanskrit University. Retrieved May 21 2013.
-          Srimad Bhagavatam: Glossary of Sanskrit Terms P.8 Shankaracharya by Prem Lata.
-          The Yoga Sūtras of Patanjali, ed. James Haughton Woods, 1914, p. xv.
-          Patañjali; James Haughton Woods (transl.) (1914).
-          The Yoga Sūtras of Patañjali. Published for Harvard University by Ginn & Co. p. 434.
-          Mahābhāṣya, Joshi/Roodbergen: 1968, p. 68.
-          The word and the world: India's contribution to the study of language (1990). Bimal Krishna Matilal. Oxford. ISBN 0-19-562515-3.
-          Romila Thapar, Interpreting Early India. Oxford University Press, 1992, p.63.
-          Chryssides, George D. (1999-12-01). Exploring new religions. London: Cassell. pp. 293–301. ISBN 978-0-8264-5959-6.
-          Tirumantiram A Tamil scriptural Classic. By Tirumular. Tamil Text with English Translation and Notes, B. Naṭarājan. Madras, Sri Ramakrishna Math, 1991, p.12.
-          Vaiyapuripillai's History of Tamil Language and Literature (From the Beginning to 1000 A.D.), Madras, New Century Book House, 1988 (after the first edition of 1956), particularly footnote 1 on p.78.
-          A Scripture of the Śaiva Siddhānta, Dominic Goodall, Pondicherry, French Institute of Pondicherry and Ecole française d'Extrême-Orient, 2004. Pp.xxix-xxx in a Preface (entitled Explanatory remarks about the Śaiva Siddhānta and its treatment in modern secondary literature) to The Parākhyatantra.
[2] Fonte:
-          - Hermann Kulke; Dietmar Rothermund (2004). A History of India. Routledge. p. 145. ISBN 978-0-415-32920-0.

Commenti

Post popolari in questo blog

IL TIZZONE ARDENTE

Mandukyakarika, alatasànti prakarana  45-50, 82 ; traduzione di  Raphael : "E' la coscienza - senza nascita, senza moto e non grossolana e allo stesso modo tranquilla e non duale - che sembra muoversi ed avere qualità Così la mente/coscienza è non nata e le anime sono altre-sì senza nascita. Coloro i quali conoscono ciò non cadono nell'errore/sofferenza. Come il movimento di un tizzone ardente sembra avere una linea dritta o curva così il movimento della coscienza appare essere il conoscitore e il conosciuto. Come il tizzone ardente quando non è in moto diviene libero dalle apparenze e dalla nascita, cosi la coscienza quando non è in movimento rimane libera dalle apparenze e dalla nascita. Quando il tizzone ardente è in moto , le apparenze non gli provengono da nessuna parte. Né esse vanno in altro luogo quando il tizzone ardente è fermo, né ad esso ritornano. Le apparenze non provengono dal tizzone ardente a causa della loro mancanza di sostanzialità. Anche nei...

IL SIGNIFICATO NASCOSTO DEI MANTRA - OM NAMAḤ ŚIVĀYA

Alzi la mano chi non ha mai recitato un mantra indiano o tibetano senza avere la minima idea di cosa significasse. C'è addirittura una scuola di pensiero che invita ad abbandonarsi al suono, alla vibrazione e ad ascoltare con il cuore. Il personale sentire viene considerato un metro di giudizio assai più affidabile della razionalità, e l'atteggiamento più comune, nell'approccio alla "Scienza dei mantra è il " Che mi frega di sapere cosa vuol dire? L'importante è che mi risuoni! ". Devo dire che ci sta. Tutto nell'universo è vibrazione e ovviamente quel che conta è il risultato. Se uno recita 108 volte Om Namaha Shivaya senza sapere che vuol dire e poi si sente in pace con il mondo, va bene così. Anzi va MOLTO bene! Ma bisogna considerare che nei testi "tecnici" dello yoga, non numerosissimi, si parla di una serie di valenze simboliche, modalità di  pronuncia e possibilità di "utilizzo" che, secondo me, la maggi...

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b...