Stamattina mi sono svegliato con una domanda scema in testa: "Se Gesù è nato a Betlemme perché si chiama Gesù di Nazareth?".
Probabilmente ero condizionato dalla storia dello Jus Soli. Si insomma... se uno nasce a New York è newyorkese, se nasce a Rio de Janeiro è un carioca, Perché se uno nasce a Betlemme non è betlemmese, ma nazareno?
Una domanda scema, ma nemmeno troppo. Betlemme è in Giudea, a sud di Tel Aviv e Nareth è in Galilea, a Nord.
Distano 156 chilometri in linea d'aria, che, date le dimensioni dell'antico regno di Israele non è che siano pochissimi.
Ai tempi di Gesù l'antico regno era diviso in quattro territori diversi, con proprie leggi, governati dai figli e dalla sorella di Erode il Grande.
Giudea e Galilea erano, fatte le debite proporzioni, come le attuali Francia e Italia.
Lo so la cosa non è di nessuna importanza.
Quando si parla di religione non è importante la geografia, ma la fede e l'aspetto mitico...
Comunque a me la domanda scema continuava a frullare in testa e,dopo il caffè, ho fatto delle ricerche su Google.
Ho scoperto che, secondo gli archeologi israeliani,l'insediamento più antico della città chiamata Nazareth risale al massimo al 300 d.C.
Insomma Gesù sarebbe cresciuto in una città nata quasi tre secoli dopo la sua morte.
Vabbè.... chi sono frega.l'importante è l'aspetto simbolico. Il mito è più importante della storia.
Già...il mito... cosa èil mito?
Una specie di favola giusto?
Una favola che racchiude delle verità universali.
E la favola di Gesù è una bellissima favola.
Vediamo....
C'era una volta un dio onnipotente, immensamente saggio e buono, che quattro, cinquemila anni fa crea il primo uomo e la prima donna.
I due fanno un po' di guai e il dio immensamente saggio e buono li scaccia dal paradiso terrestre e li condanna al dolore e alla sofferenza, maledicendo tutti i loro figli, nipoti e bisnipoti che, anche se innocenti, porteranno l'onta del peccato originale (che tra parentesi io non ho mica mai capito qual'è...).
Dopo qualche migliaio di anni decide di dare ai discendenti dei due reietti, la possibilità di redimersi, e manda giù sulla terra, in Israele, suo figlio.
Come fanno a redimersi gli umani?
Torturando e uccidendo il figlio di Dio.
Ovviamente c'è un piano divino dietro a questo: il figlio resuscita e mostra agli esseri umani che ci si può riscattare soffrendo le pene dell'inferno, poi scompare in cielo risucchiato da una colonna di luce.
Gli adepti, pochi a dir la verità, del figlio scappano allora da Israele e vanno a Roma per portare la buona novella all'imperatore che per farli contenti li fa crocifiggere, bruciare vivi o mangiare dai leoni.
Poi i Romani si convertono alla buona novella, diventano cristiani, e per non far torto a nessuno cominciano a crocifiggere, bruciare e dare in pasto ai leoni anche gli arabi, gli ebrei e tutti coloro che non riconoscono nelle loro spade la Grazia di Dio.
Beh, se quella di Gesù è una favola devo dire che è abbastanza strana, piena di incongruenze e soprattutto, di sangue, morte e distruzione.
Lo so, i teologi potrebbero spiegare tutto citando passi biblici, Agostino e maestro Eckart, ma a me, che di libri ne ho letti forse troppi, non è mica che mi convincano molto le parole dei teologi: parlano tanto di fede e di misteri e poi, mi pare, usano la mente per costruire incredibili architetture di concetti così lontani dalla carne e dal cuore da sembrare disumani, quasi fossero il frutto di qualche diavoleria meccanica, un terribile computer alla matrix.
A me piacerebbe un po' più di umanità, di realtà carnale e meno sofisticate perifrasi ad effetto per cercare di rendere logico ciò che evidentemente non lo è.
Per cui...si...alla fine credo che mi terrò la mia domanda cretina.
E aspetterò, con pazienza, che qualcuno mi spieghi perché hanno deciso di far vivere Gesù in una città che è nata trecento anni dopo la sua morte.
Non era meglio dire che era di Betlemme?
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