Sabato scorso eravamo a Bassano, alla "Casa del Tempo", per presentare un corso di Tantra.
bella atmosfera e bellissima gente.
A un certo punto una ragazza, una insegnante a giudicare dalla postura e dalla preparazione filosofica; mi ha fatto una domanda che mi ha messo in imbarazzo:
-"Tantra Rosso o Tantra Bianco?"-
Sono sempre a disagio quando mi chiedono di discriminare tra correnti o discipline che, per me, sono solo etichette appiccicate: -"Mano destra o Mano sinistra?"- "Advaita Vedanta o tantra?"- "Tantra Rosso o Tantra Bianco?" .
-"Boh?"- mi verrebbe da rispondere, ma capisco, anche se non sono d'accordo, che quella di dare nomi diverse a questa o quella branca dello Yoga è, ai nostri tempi, quasi una necessità.
Alcune domande, almeno per ciò che mi hanno insegnato, mi paiono prive di senso: il tantrismo del Kashmir ad esempio è per definizione advaita (non duale) e vedanta (frutto dei veda) è, dopo la sistemizzazione dei culti e dei testi operata da Shankara, tutto ciò che più o meno direttamente deriva dalla cultura vedica e prevedica.
Scegliere tra advaita vedanta e tantra sarebbe come dire se si preferisce la zuppa o la ribollita.
Per ciò che riguarda Tantra Rosso e Bianco, che secondo me sono definizioni moderne, il primo sarebbe il tantra brutto e cattivo, con pratiche sessuali, uso di droghe e altre nefandezze, mentre il secondo sarebbe il tantra bello e buono, basato sulla speculazione filosofica e l'anelito al bene.
Si tratta di definizioni di comodo e , ribadisco, moderne.
Le tecniche sessuali ad esempio si trovano sui testi del kamashastra (i mille libri di nandi citati dalla Chandogya Upanishad risalente, pare al 1.500 a.C.) e l'uso di droghe, oltre ad essere assai comune nei Veda, è citato anche da Patanjali (Yogasutra: "i poteri psichici si ottengono per nascita, con i mantra e con l'erba").
Credo che "Boh?" sarebbe la risposta più giusta, ma d'altra in tempi in cui gli aspiranti yogin si vedono costretti a scegliere tra centinaia di yoga diversi (ashtanga, power, hatha, tantra, nada, yoga tibetano, yoga dei cinque tibetani, yoga sospeso, acro yoga, yoga dell'ascolto, yogilates, yoga flow e via discorrendo) forse sarebbe meglio cercare di fare un pochino di chiarezza.
Cominciamo con il distinguere tra lo Yoga inteso come serie di teorie e pratiche per raggiungere l'illuminazione e lo yoga inteso come darshana, uno dei sei punti di vista interpretativi dei Veda.
Il secondo prende le mosse dalle modifiche fatte Patanjali alla filosofia del Samkhya (una sorta di enumerazione dei principi costitutivi dell'universo a partire da Materia ed Energia)
Il primo invece, lo Yoga di cui sto parlando qui, è essenzialmente pratica, la pratica dei Samadhi, ovvero una serie di modificazioni della mente che conducono ad una diversa percezione del realtà, fino all'identificazione, così almeno dicono le scritture, con lo Spazio, con l'Universo, con la Divinità.
Ci siamo?
Ora, se a qualcuno venisse il pallino di identificarsi con l'assoluto, quale tipo di yoga dovrebbe scegliere? lo Yoga Tantrico? lo Yoga vedantico? lo Yoga di Iyengar e Pattabhi Jois?
In realtà di Yoga ce ne è uno.
Quello che cambia sono le "qualificazioni dell'aspirante realizzato".
Dal centro dell'universo (definito anche cuore della Yogini, o dodicesima dimensione ecc. ecc.) provengono tre "correnti della conoscenza", che alcuni chiamano "Grandi Madri".
Avremo la Grande Madre del Silenzio e del desiderio (che esplica la sua azione attraverso una energia chiamata Iccha Shakti, rappresentata dalla dea Vama/Sarasvati), la Grande Madre Luce (che esplica la sua azione attraverso Jnana Shakti ed è rappresentata da Lakshmi/Yamuna) e la Grande Madre Vuoto (che esplica la sua azione attraverso Kriya Shakti ed è rappresentata da Kali/Uma/Ganga).
Ogni praticante risuonerà con una di queste energie e sarà quindi indirizzato verso la via del Desiderio, la via della Conoscenza o della ragion pura o la via dell'Azione.
Sia il tantra sessuale che la via della devozione (Bhakti), ad esempio, appartengono alla via del desiderio.
Dopo questa prima suddivisione l'aspirante realizzato dovrà scoprire a quale delle cinque famiglie mistiche o popoli (simboleggiati dalle cinque teste di shiva) appartiene e la risultante della corrente (una delle Grandi Madri) e della famiglia mistica di appartenenza gli diranno quali pratiche saranno efficaci per lui/lei.
Se, ad esempio, seguo la via dell'azione e appartengo alla famiglia mistica dell'Acqua, ad esempio, dovrò praticare la via dello Hatha Yoga o delle Arti Marziali e NON dovrò seguire una dieta vegetariana (alla famiglia mistica dell'acqua appartengono cacciatori, pescatori, guerrieri).
Se invece, appartengo alla famiglia mistica della Terra il cibo animale sarà puro veleno e i lunghi ritiri e digiuni solitari avranno degli effetti molto positivi sul mio corpo e la mia psiche.
In sostanza lo Yoga è uno, ma, ai fini della realizzazione, per ogni praticante o gruppo di praticanti ci sono tecniche e modalità diverse, tecniche e modalità che sono tutte indicate nelle scritture indiane.
Tutte, comprese le tecniche sessuali e l'uso delle droghe, la distinzione tra hatha yoga e Vyayama, la maniera di trovare i mantra personali ecc. ecc.
Per "Scritture" si intende una serie di opere letterarie composte nel corso dei millenni, da yogin e filosofi, che appaiono talvolta come manuali teorici-pratici, altre come cronache di particolari realizzazioni, altre ancora come racconti mitici che avrebbero lo scopo di attivare le forze primarie della creazione nascoste (che sarebbero nascoste....) nel nostro inconscio.
In genere le scritture dello Yoga vengono suddivise in due grandi gruppi definiti Shruti e Smirti.
1) श्रुति śruti significa Orecchio, Audizione, Ascolto.
Nel Sanathana Dharma ( o "Filosofia perenne", nome che si dà alle concezioni filosofiche su cui si basa lo Yoga) śruti è sinonimo di Veda.
I वेद veda sono quattro libri che rappresentano, anzi, per gli induisti sono, il Brahman, l'essere supremo, il Dio senza forma degli antichi indiani.
Nel Sanathana Dharma ( o "Filosofia perenne", nome che si dà alle concezioni filosofiche su cui si basa lo Yoga) śruti è sinonimo di Veda.
I वेद veda sono quattro libri che rappresentano, anzi, per gli induisti sono, il Brahman, l'essere supremo, il Dio senza forma degli antichi indiani.
Nella loro struttura i Veda rispecchierebbero il processo della manifestazione dell'Essere.
Ciascuno dei quattro veda è diviso in tre sezioni legate alle Grandi Madri, le tre shakti, o energie primarie della Manifestazione: kriya, Iccha, Jnana, Azione, Desiderio e Conoscenza.
La prima sezione di ciascun Veda è il Karma-Kanda (kriya shakti) costituita da Mantra e Brahmana (le formule e le azioni rituali)
La seconda sezione è Upasana-kanda (Iccha shakti) costituita dagli "Aranyaka".gli insegnamenti per gli eremiti, coloro che si ritiravano nella foresta a meditare.
La terza sezione è Jnana-Kanda (jnana shakti) costituita dalle upanishad, l'insieme degli insegnamenti scaturiti dalle realizzazioni degli yogin.
Mantra, Brahmana, Aranyaka, Upanishad a loro volta legate a quattro condizioni o stadi dell'essere umano detti अश्रम aśrama (Bramacarin-studente, Grhasta -capofamiglia, Vanaprastha-Anacoreta, Samnyasin-rinunciatario) ed ai quattro fini dell'esistenza(dharma, artha, kama, moksha).
Per मन्त्र mantra si intende specificamente la raccolta di inni e sentenze che lo studente (brahmacarin)deve imparare a memoria con la giusta pronuncia, cadenza,intonazione.
Per ब्रह्मण brahmaṇa si intendono le prescrizioni per i riti e le cerimonie, la spiegazione dei mantra, cerimonie e le istruzioni che rendono i mantra "operativi" facendone uno strumento nelle mani del Capofamiglia o Grhasta.
Per आरण्य āraṇya - क ka (dove āraṇya significa nato nella foresta e ka, che significa "chi" qui sta per voce, trattato, libro) si intendono le prescrizioni per gli anacoreti, coloro che si ritirano nella foresta per risolvere tutti i desideri, e prepararsi ad abbandonare il mondo "sociale" con i suoi obblighi, regole affrontando quella "via a ritroso" che alcuni in tempi moderni, hanno definito Tantra.
Per उपनिषद् upaniṣad si intendono le istruzioni per i samnyasin, termine con cui si identificano spesso i "monaci erranti".
istruzioni che consentono di realizzare Moksha, l'illuminazione, sulla base delle esperienze degli yogin del passato.
2) स्मृति smṛti significa invece memoria, tradizione, rimembranza e indica i testi "applicativi ed interpretativi dei Veda.
La prima sezione di ciascun Veda è il Karma-Kanda (kriya shakti) costituita da Mantra e Brahmana (le formule e le azioni rituali)
La seconda sezione è Upasana-kanda (Iccha shakti) costituita dagli "Aranyaka".gli insegnamenti per gli eremiti, coloro che si ritiravano nella foresta a meditare.
La terza sezione è Jnana-Kanda (jnana shakti) costituita dalle upanishad, l'insieme degli insegnamenti scaturiti dalle realizzazioni degli yogin.
Mantra, Brahmana, Aranyaka, Upanishad a loro volta legate a quattro condizioni o stadi dell'essere umano detti अश्रम aśrama (Bramacarin-studente, Grhasta -capofamiglia, Vanaprastha-Anacoreta, Samnyasin-rinunciatario) ed ai quattro fini dell'esistenza(dharma, artha, kama, moksha).
Per मन्त्र mantra si intende specificamente la raccolta di inni e sentenze che lo studente (brahmacarin)deve imparare a memoria con la giusta pronuncia, cadenza,intonazione.
Per ब्रह्मण brahmaṇa si intendono le prescrizioni per i riti e le cerimonie, la spiegazione dei mantra, cerimonie e le istruzioni che rendono i mantra "operativi" facendone uno strumento nelle mani del Capofamiglia o Grhasta.
Per आरण्य āraṇya - क ka (dove āraṇya significa nato nella foresta e ka, che significa "chi" qui sta per voce, trattato, libro) si intendono le prescrizioni per gli anacoreti, coloro che si ritirano nella foresta per risolvere tutti i desideri, e prepararsi ad abbandonare il mondo "sociale" con i suoi obblighi, regole affrontando quella "via a ritroso" che alcuni in tempi moderni, hanno definito Tantra.
Per उपनिषद् upaniṣad si intendono le istruzioni per i samnyasin, termine con cui si identificano spesso i "monaci erranti".
istruzioni che consentono di realizzare Moksha, l'illuminazione, sulla base delle esperienze degli yogin del passato.
2) स्मृति smṛti significa invece memoria, tradizione, rimembranza e indica i testi "applicativi ed interpretativi dei Veda.
La smṛti è costituita da sette gruppi di opere: upaveda, śāstra, vedanga, darśana, itihāsa, purāṇa, āgama,
Gli Upaveda sono manuali di applicazione dei Veda e naturalmente sono quattro, uno per ogni veda:
Ayur-veda riguarda la medicina, la fisiologia, le ginnastiche che chiamiamo Vyayama ecc.
Dhamur-veda riguarda l'arte del tiro con l'arco, la strategia militare, le posture dei guerrieri,le tecniche di combattimento.
Stapatya-veda riguarda l'arte della spada e la costruzione dei strumenti meccanici,l'ingegneria e l'architettura.
Gandharva-veda riguarda l'arte del canto e della danza, gli asana da spettacolo ecc. ecc.
Ayur-veda riguarda la medicina, la fisiologia, le ginnastiche che chiamiamo Vyayama ecc.
Dhamur-veda riguarda l'arte del tiro con l'arco, la strategia militare, le posture dei guerrieri,le tecniche di combattimento.
Stapatya-veda riguarda l'arte della spada e la costruzione dei strumenti meccanici,l'ingegneria e l'architettura.
Gandharva-veda riguarda l'arte del canto e della danza, gli asana da spettacolo ecc. ecc.
il secondo gruppo di opere della smṛti è costituito dagli शास्त्र śāstra ovvero le norme , le regole, gli ordinamenti (manavadharmasastra o legge di Manu regola la vita della società, natyasastra regola i comportamenti nel teatro, kama sastra i comportamenti nel campo dell'amore e del sesso ecc. ecc)
il terzo gruppo è costituito dai 6 Vedanga, ovvero i testi che insegnano le sei discipline indispensabili per comprendere i veda:
शिक्षा śikṣā, la fonetica, le istruzioni per la fonazione e la pronuncia.
छान्दस chāndasa ovvero la prosodia, l'insegnamento della divisione in sillabe, il ritmo,l'accentazione, il metro,la cadenza del linguaggio.
व्याकरण vyākaraṇa , ovvero le regole grammaticali.निरुक्त nirukta ovvero l'etimologia indiana, lo studio della simbologia delle singole sillabe ecc. ecc.
ज्योतिष jyotiṣa , ovvero astronomia e astrologia.
कल्प kalpa , lo studio dei rituali (e del tempo....).
il quarto gruppo è costituito dai 6 दर्शन darśana punti di vista filosofici ortodosii, ovvero i sei metodi interpretativi dei veda. gli Yogasutra di Patanjali, i karika di gaudapada, i commenti alle upanishad di Shamkara o Vyasa fanno parte dei darśana.
il quinto gruppo è quello dell' Epica ovvero इतिहास itihāsa ( che in realtà significa storia) ovvero ilMahabharata ( che comprende la baghavad gita) ed il ramayana.
il sesto gruppo è costituito dai पुराण purāṇa , che significa antico, e rappresenta la mitologia e la cosmogonia indiana (Vishnu Purana, Kalika Purana ecc).
Il settimo gruppo, che a volte viene chiamato TANTRA è costituito dagli आगम āgama (più precisamente āgama e nigama, a volta si chiamano con questi nomi anche i Veda) che significa sia teoria che strada d'accesso, e sono gli specifici insegnamenti per i tre gruppi di "fedeli" contemplati nel sanarhana dharma: sakta-vaisnava -saiva, ovvero devoti alla Dea, devoti a Vishnu e devoti a Shiva.
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