"Contraendo l'ano si solleva vāyu dal mūlādhāra e per tre volte si va in cerchio intorno a svadhiṣṭhāna. Poi, passato maṇipūraka si attraversaanāhata , si controlla prāṇa in viśuddhi e finalmente, raggiunto ājñā poi avendo raggiunto Ajna, si contempla in brahmarandhra[...] e si diviene il senza forma[...] questo è quel paramahaṃsa [il Cigno Supremo]. [...]. Haṃ è il seme, sa è la śakti, so'ham è il kilaka [il pilastro]"
Haṃsa Up. 3.
हांस haṃsa è il cigno, simbolo dell'anima, del Brahman supremo e dell'illuminazione.
Ma è anche il respiro, inteso come soffio vitale e, soprattutto, uno dei mantra più usati nelle kriyā, il "lavoro" di circolazione delle energie sottili che rende operativi gli āsana e le mudrā (NB. bisogna sempre fare attenzione al "genere" delle parole, perché non è per caso che la kriyā e lamudrāsono femminili e lo āsana è neutro: il "genere" delle parole, nello yoga si riferisce ai principi fondamentali del sanātana dharma, o "filosofia perenne")
Haṃsa, per farla breve, è una delle parole più importanti dello Yoga.
Ripetendola (facendo cioè japa)
(Haṃsa...Haṃsa...Haṃsa...Haṃsa...Haṃsa...), dopo un po' risuona come sa'Ham che significa : "QUESTA (LEI/ESSA) IO [SONO]".
Recitando Hāṃsa con il bija mantra Huṃ o
Hūṃ, ovvero Hūṃ Haṃsa il mantra, facendo japa (Hūṃ Haṃsa...Hūṃ Haṃsa...Haṃ Haṃsa...), risuona invece come so'Ham (NB: in sanscrito ausi legge o,Haṃsa, "QUESTO (LUI/ESSO) IO [SONO]", ovvero "IO SONO QUESTO" una delle grandi sentenze ( mahāvākya) dei Veda.
Bello.
Ma a parte le elucubrazioni intellettuali (tutt'altro che inutili, sia ben chiaro) del tipo "IO SONO QUESTO, TU SEI QUELLO, NOI SIAMO QUELL'ALTRO...." di solito facendo Japa con Haṃsa non succede assolutamente niente.
Niente dal punto di vista fisico, intendo.
Per molti sarà una cosa normale, ma per me non lo è. SeHūṃ Haṃsa (o semplicemente Haṃsa) è uno dei mantra più usati nelle kriyā deveessere operativo per lo Hatha Yoga.
Deve cioè produrre degli effetti oggettivi sul corpo e sulla mente del praticante.
Per rendere operativo il mantra Haṃsa bisogna innanzitutto conoscere la disposizione delle sillabe dell'alfabeto sanscrito iscritte nei petali dei sei cakra tradizionali.
Dal punto tra le sopracciglia (ājñā che tra parentesi è parola femminile e significa "ORDINATRICE") al perineo (mūlādhāra) abbiamo, in senso orario dall'alto al basso:
La prima sillaba che incontriamo (dall'alto in basso) è, quindi,haṃ corrispondente al petalo di destra di ājñā cakra (narice sinistra- emisfero celebrale destro)
Mentre l'ultima è saṃ corrispondente al quarto petalo (sempre dall'alto al basso in senso orario) del mūlādhāra cakra.
A quessto punto il discorso si fa più chiaro: la parola Haṃsa è formata dalla prima e dall'ultima sillaba (dall'alto in basso) della "catena" dei cakra e, quindi contiene (non solo simbolicamente) tutte le sillabe inscritte nei petali, ovvero tutti i suoni della manifestazione.
Haṃsa è il percorso discendente di kuṇḍalinī e sa'Hamè invece il percorso ascendente.
Dal punto di vista tecnico, operativo cosa significa?
Proviamo innanzitutto ad "attivare" i cakra con le tecniche del Nada yoga (praticate anche, a quanto so, nel sahaja yoga di Sri mataji):
Tecnica semplice:
in posizione seduta (siddhasana se possibile) visualizzo ad uno ad uno i petali dei cakra e faccio risuonare i rispettivi bijamantra per ogni petalo (in senso orario).
Per esempio, al cakra del perineo praticherò il mantra:
ॐ
laṃ laṃ laṃ laṃ
ॐ
Al cakra dei genitali
ॐ
vaṃ vaṃ vaṃ
vaṃ vaṃ vaṃ
ॐ
e così via, fino ad arrivare al cakra della fronte:
ॐ haṃ kṣaṃ
ॐ haṃ kṣaṃ
ॐ haṃ kṣaṃ .
A questo punto dopo aver "ascoltato" gli effetti della recitazione dei mantra, visualizzo una spirale discendente oraria che va dal petalo di destra del cakra della fronte (haṃ) al quarto petalo del cakra del perineo (saṃ) e comincerò a recitare (dapprima in maniera udibile e poi mentalmente) il mantra haṃsa "disegnando con il suono" l'intero percorso.
Disegnare con il suono significa immaginare che il suono emesso (o pensato) sia un fluido denso come il mercurio del termometro.
Man mano che emetto (o penso) haṃsa, espirando, il mercurio tocca ad uno ad uno i petali dei cakra.
Inspirando faccio il percorso inverso.
Dopo un certo numero di ripetizioni (108, magari) ascolto gli effetti dell'esercizio.
Dopo di che faccio il percorso inverso: da saṃ (ultimo petalo del cakra del perineo) emettendo il mantra salgo a spirale, in senso antiorario fino ad haṃ(primo petalo del cakra della fronte) inspirando torno indietro.
Dopo 108 volte ascolto, nuovamente, gli effetti dell'esercizio.
Quando si prende confidenza con la pratica, e la visualizzazione diviene automatica, si può provare a far "scorrere" mentalmente il mantra haṃsasia in inspirazione che in espirazione, oppure a sonorizzare anche la inspirazione, sempre lavorando con la visualizzazione (esempio inspiro haṃ risalendo mentalmente lungo la spirale dei cakra, espiro sa(h) prolungato discendendo, mentalmente, la spirale dei cakra).
L'esercizio, se praticato senza sforzo e a mente libera, ha degli effetti psicofisici immediati.
Dal punto di vista simbolico, è interessante notare che:
1) la sillaba HA rappresenta śiva, principio lunare e rappresentazione del "CORPO DELL'UNIVERSO".
2) La sillaba SA rappresenta śakti principio "FUOCO" e rappresentazione dell'ENERGIA CREATIVA DELL'UNIVERSO ed è la prima nota musicale della scala indiana, ṣaḍja षड्ज corrispondente al DO, al primo cakra e al canto del pavone. Tra parentesi: ṣaḍja sta per ṣat, che significa SEI e ja che significa NATO, PRODOTTO DA......
3) L'anusvara ṃ rappresenta la tendenza al "RITORNO" al punto di prima dell'inizio ovvero la tendenza alla dissoluzione intesa sia come quiete che come nuovo inizio di un ciclo creativo.
4) Il cigno, come l'anatra, è animale dalla doppia natura: ARIA (vola nel cielo) e ACQUA (nuota).
5) Il canto del cigno, haṃsa/sa'ham, racchiude in sé le voci degli altri animali: il Pavone (cakra del perineo, nota musicale SA), l'Allodola (cakra dei genitali nota musicale RE), la Capra (cakra dell'ombelico, nota musicale GA), l'Airone (cakra del cuore, nota musicale MA), il Cuculo (cakra della gola, nota musicale PA), il Cavallo (cakra della fronte, nota musicale DHA) e infine, l'elefante (cakra dai mille petali, nota musicale NI). [NB. SA-RE-GA-MA-PA-DHA-NI equivalgono a DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI]
Haṃsa Up. 3.
हांस haṃsa è il cigno, simbolo dell'anima, del Brahman supremo e dell'illuminazione.
Haṃsa, per farla breve, è una delle parole più importanti dello Yoga.
Ripetendola (facendo cioè japa)
(Haṃsa...Haṃsa...Haṃsa...Haṃsa...Haṃsa...), dopo un po' risuona come sa'Ham che significa : "QUESTA (LEI/ESSA) IO [SONO]".
Recitando Hāṃsa con il bija mantra Huṃ o
Hūṃ, ovvero Hūṃ Haṃsa il mantra, facendo japa (Hūṃ Haṃsa...Hūṃ Haṃsa...Haṃ Haṃsa...), risuona invece come so'Ham (NB: in sanscrito ausi legge o,Haṃsa, "QUESTO (LUI/ESSO) IO [SONO]", ovvero "IO SONO QUESTO" una delle grandi sentenze ( mahāvākya) dei Veda.
Bello.
Ma a parte le elucubrazioni intellettuali (tutt'altro che inutili, sia ben chiaro) del tipo "IO SONO QUESTO, TU SEI QUELLO, NOI SIAMO QUELL'ALTRO...." di solito facendo Japa con Haṃsa non succede assolutamente niente.
Niente dal punto di vista fisico, intendo.
Per molti sarà una cosa normale, ma per me non lo è. SeHūṃ Haṃsa (o semplicemente Haṃsa) è uno dei mantra più usati nelle kriyā deveessere operativo per lo Hatha Yoga.
Deve cioè produrre degli effetti oggettivi sul corpo e sulla mente del praticante.
Per rendere operativo il mantra Haṃsa bisogna innanzitutto conoscere la disposizione delle sillabe dell'alfabeto sanscrito iscritte nei petali dei sei cakra tradizionali.
Dal punto tra le sopracciglia (ājñā che tra parentesi è parola femminile e significa "ORDINATRICE") al perineo (mūlādhāra) abbiamo, in senso orario dall'alto al basso:
haṃ - kṣaṃ
aṃ - āṃ - iṃ - īṃ - uṃ - ūṃ - ṛṃ - ṝṃ - ḷṃ - ḹṃ - eṃ - aiṃ - oṃ - auṃ - aṁ -aḥ
kaṃ - khaṃ - gaṃ - ghaṃ - ṅaṃ - ṭaṃ - ṭhaṃ - ḍaṃ - ḍhaṃ - ṇaṃ - ṭaṃ - ṭhaṃ
ḍaṃ - ḍhaṃ - ṇaṃ - taṃ - thaṃ - daṃ - dhaṃ - naṃ - paṃ - phaṃ
baṃ - bhaṃ - maṃ - yaṃ - raṃ - laṃ
vaṃ - śaṃ - ṣaṃ - saṃ
La prima sillaba che incontriamo (dall'alto in basso) è, quindi,haṃ corrispondente al petalo di destra di ājñā cakra (narice sinistra- emisfero celebrale destro)
Mentre l'ultima è saṃ corrispondente al quarto petalo (sempre dall'alto al basso in senso orario) del mūlādhāra cakra.
A quessto punto il discorso si fa più chiaro: la parola Haṃsa è formata dalla prima e dall'ultima sillaba (dall'alto in basso) della "catena" dei cakra e, quindi contiene (non solo simbolicamente) tutte le sillabe inscritte nei petali, ovvero tutti i suoni della manifestazione.
Haṃsa è il percorso discendente di kuṇḍalinī e sa'Hamè invece il percorso ascendente.
Dal punto di vista tecnico, operativo cosa significa?
Proviamo innanzitutto ad "attivare" i cakra con le tecniche del Nada yoga (praticate anche, a quanto so, nel sahaja yoga di Sri mataji):
Tecnica semplice:
in posizione seduta (siddhasana se possibile) visualizzo ad uno ad uno i petali dei cakra e faccio risuonare i rispettivi bijamantra per ogni petalo (in senso orario).
Per esempio, al cakra del perineo praticherò il mantra:
ॐ
laṃ laṃ laṃ laṃ
ॐ
Al cakra dei genitali
ॐ
vaṃ vaṃ vaṃ
vaṃ vaṃ vaṃ
ॐ
e così via, fino ad arrivare al cakra della fronte:
ॐ haṃ kṣaṃ
ॐ haṃ kṣaṃ
ॐ haṃ kṣaṃ .
A questo punto dopo aver "ascoltato" gli effetti della recitazione dei mantra, visualizzo una spirale discendente oraria che va dal petalo di destra del cakra della fronte (haṃ) al quarto petalo del cakra del perineo (saṃ) e comincerò a recitare (dapprima in maniera udibile e poi mentalmente) il mantra haṃsa "disegnando con il suono" l'intero percorso.
Disegnare con il suono significa immaginare che il suono emesso (o pensato) sia un fluido denso come il mercurio del termometro.
Man mano che emetto (o penso) haṃsa, espirando, il mercurio tocca ad uno ad uno i petali dei cakra.
Inspirando faccio il percorso inverso.
Dopo un certo numero di ripetizioni (108, magari) ascolto gli effetti dell'esercizio.
Dopo di che faccio il percorso inverso: da saṃ (ultimo petalo del cakra del perineo) emettendo il mantra salgo a spirale, in senso antiorario fino ad haṃ(primo petalo del cakra della fronte) inspirando torno indietro.
Dopo 108 volte ascolto, nuovamente, gli effetti dell'esercizio.
Quando si prende confidenza con la pratica, e la visualizzazione diviene automatica, si può provare a far "scorrere" mentalmente il mantra haṃsasia in inspirazione che in espirazione, oppure a sonorizzare anche la inspirazione, sempre lavorando con la visualizzazione (esempio inspiro haṃ risalendo mentalmente lungo la spirale dei cakra, espiro sa(h) prolungato discendendo, mentalmente, la spirale dei cakra).
L'esercizio, se praticato senza sforzo e a mente libera, ha degli effetti psicofisici immediati.
Dal punto di vista simbolico, è interessante notare che:
1) la sillaba HA rappresenta śiva, principio lunare e rappresentazione del "CORPO DELL'UNIVERSO".
2) La sillaba SA rappresenta śakti principio "FUOCO" e rappresentazione dell'ENERGIA CREATIVA DELL'UNIVERSO ed è la prima nota musicale della scala indiana, ṣaḍja षड्ज corrispondente al DO, al primo cakra e al canto del pavone. Tra parentesi: ṣaḍja sta per ṣat, che significa SEI e ja che significa NATO, PRODOTTO DA......
3) L'anusvara ṃ rappresenta la tendenza al "RITORNO" al punto di prima dell'inizio ovvero la tendenza alla dissoluzione intesa sia come quiete che come nuovo inizio di un ciclo creativo.
4) Il cigno, come l'anatra, è animale dalla doppia natura: ARIA (vola nel cielo) e ACQUA (nuota).
5) Il canto del cigno, haṃsa/sa'ham, racchiude in sé le voci degli altri animali: il Pavone (cakra del perineo, nota musicale SA), l'Allodola (cakra dei genitali nota musicale RE), la Capra (cakra dell'ombelico, nota musicale GA), l'Airone (cakra del cuore, nota musicale MA), il Cuculo (cakra della gola, nota musicale PA), il Cavallo (cakra della fronte, nota musicale DHA) e infine, l'elefante (cakra dai mille petali, nota musicale NI). [NB. SA-RE-GA-MA-PA-DHA-NI equivalgono a DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI]
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