Passa ai contenuti principali

VIAGGI ASTRALI

Ma è possibile fare i viaggi astrali?
Sognare di sognare e uscire fuori dal corpo per viaggiare non solo nelle creazioni, fantastiche, della nostra memoria, ma anche nell'akasha, come diceva Steiner, o addirittura nella realtà quotidiana?



È possibile che ciò che sogniamo abbia degli effetti sulla vita "reale" nostra e di altri?
A rigor di logica, perché no? 
Nel mondo notturno vivo spesso esperienze ispirate agli eventi diurni, e un fenomeno esterno al mio corpo di dormiente si ficcherà nella sfera onirica senza problemi.
La sveglia che, ospite inatteso, compare in corpo e voce nei sogni dell'alba è una esperienza che, almeno una volta, abbiamo fatto tutti noi, e anche le voci dei vicini o la pioggia improvvisa penetrano, facilmente, anche se trasformati, nella sfera del sogno. 
Niente ci vieta di pensare che anche il sogno posso "esondare" nella veglia e indirizzare o trasformare la nostra vita.





Gli aborigeni australiani dicono di vivere costantemente nel mondo di sogno, che per loro è la realtà vera.
tantrika tibetani si addestrano a viaggiare nel sogno come ad arrampicarsi sulle montagne dell'Himalaya, e [ per non parlare degli sciamani sudamericani, sin troppo famosi dopo il boom di Castaneda e la recente moda post freackettonica dell'ayahuasca, gli sciamani mongoli e siberiani dicono di viaggiare in lungo e in largo con mente ed anima.
Aborigeni australiani, tantrika tibetani e sciamani siberiani hanno in comune l'uso della danza e della musica, anzi del suono: particolari vibrazioni emesse dalla voce umana e da strumenti a fiato e percussione, sembrano avere il potere di trasportare l'essere umano in altre dimensioni.
Ho trovato tecniche simili se non uguali tra rappresentanti di culture tra loro lontanissime, come i dervish islamici (ho "girato" con un danzatore della confraternita di Istanbul), gli attori di teatro Noh (ho lavorato con sensei Akira Matsui) e i sacerdoti Vodoo (ho avuto modo di vedere una serie di video strepitosi e inediti girati da Gilles Coullet, francese, ma assai addentro alla cultura haitiana): usano le percussioni, la voce e i flauti esattamente nella stessa maniera!
Sembra quasi che per gli esseri umani, un tempo, gironzolare, coscientemente, nel "mondo degli animali fantastici" fosse una cosa normale, tanto è vero che il fondatore della scuola di medicina di Salerno, il severo Parmenide, insegnava ai suoi allievi ad andare a "sognare" nei templi per trovare cure e medicine, anziché perder tempo in biblioteca.  





Per lo yoga le cosiddette "uscite dal corpo" avvengono sul piano di sogno o taijasa (vedi "I DUE TAIJASA").
Taijasa viene da तेजस् tejas che significa radianza, fiamma, splendore, ed il suo significato letterale di  è "appassionato".
Sul piano di sogno le "idee" indossano abiti tratti dalla percezione dello stato di veglia.
Questi "abiti" possono provenire sia dall'esperienza di veglia soggettiva (visva - stato di veglia individuale) che dall'esperienza di veglia oggettiva (vaisvanara - stato di veglia universale) e questo comporta l'esistenza di "due diversi livelli di sogno".

Per comodità e strizzando l'occhio al linguaggio degli esoteristi e degli alchimisti, possiamo dire che uno dei due livelli fa riferimento alle acque inferiori (sub conscio) ed uno alle acque superiori (sovraconscio), dove per acqua intendiamo in realtà  citta, la "materia del pensare".
Taijasa inferiore è il regno degli incubi e degli animali fantastici.

Nelle upanishad si dice che è uno stato auto-luminoso perché ciò che vediamo non è illuminato dal sole, ovvero da "colui che risiede nell'occhio del sole" (Ra, come per gli egizi) ma da qualcosa di interiore.
Anche se, a pensarci bene, "le percezioni sono sempre interiori".
Quando si parla di stato di sogno si intende sia il sogno vero e proprio sia uno stato di coscienza particolare  sperimentabile allo stato di veglia.
Diciamo che Taijasa  è lo stato che nell'esoterismo occidentale viene definito "corpo psichico" o, a volte, "corpo astrale".
 
Alcuni identificano "corpo astrale" con "corpo causale", ma se si parla di yoga, per corpo causale si intende lo stato detto prajna, l'unione delle energie complementari in cui la coscienza individuale, la capacità di percepire, è assopita e immersa in uno stato di beatitudine privo di discriminazione.



Quando , per qualche evento traumatico, per l'uso di droghe psicotrope, per talento naturale o in seguito ad appropriata istruzione, si vive l'esperienza di uscita dal corpo fisico occorre fare attenzione ai segni che possono indicarci se l'esperienza è "reale"( messo tra virgolette... da un certo punto di vista non è mai reale!) o se è frutto esclusivo della nostra fantasia.
Ci sono sogni che hanno una luminosità "bassa".
Ce ne sono altri, in cui, spesso, 
si è coscienti di sognare o si sogna di dormire e di sognare, che hanno una luminosità più forte, paragonabile alle esperienze di veglia.
Si tratta dei due livelli di sogno di cui si è parlato.
L'uscita dal corpo vera e propria è una cosa diversa, ed è facilmente riconoscibile perché accompagnata da segnali precisi.
Per esempio si può sentire, quando inizia il "viaggio", un rumore secco, come di una corda che viene tesa improvvisamente ed un rumore diffuso, come quello di un motore di frigorifero quando, invece " si torna alla base".

Un altro segnale è il rapporto con il tempo ordinario:
se si sta dormendo ed è notte l'uscita dal corpo avviene, all'inizio, in un' atmosfera notturna.

Se si sta dormendo o "praticando"di giorno l'atmosfera è invece diurna.
Se si è per così dire in taijasa inferiore si percepisce una specie di bava, come una ragnatela umidiccia che circonda il corpo, la luminosità sarà inferiore e la vista, seppur chiara, sarà, in confronto alla veglia o a taijasa superiore, leggermente offuscata. 
In Taijasa superiore, all'oppoto, tutto apparirà più chiaro e luminoso.
Muovendosi, "volontariamente", nello stato di sogno, si procede, inizialmente, a grandi balzi, o piccoli voli, o con corsa e passo molto leggeri.
Si potranno incontrare incubi, "elementali", mostri e creature inquietanti.
E/o vivremo in una stato di continua inquietudine accompagnato da meraviglia.

Per controllare le immagini del sogno esistono tecniche abbastanza precise descritte sia dai tibetani che dagli sciamani siberiani, australiani , sudamericani.
Tecniche molto simili o identiche. 

Taijasa superiore, in cui "si volerà come un aquila" e la luce sarà quella di un mattino di luglio, è lo stato che conduce alla "percezione del puro intelletto".

Commenti

Post popolari in questo blog

IL TIZZONE ARDENTE

Mandukyakarika, alatasànti prakarana  45-50, 82 ; traduzione di  Raphael : "E' la coscienza - senza nascita, senza moto e non grossolana e allo stesso modo tranquilla e non duale - che sembra muoversi ed avere qualità Così la mente/coscienza è non nata e le anime sono altre-sì senza nascita. Coloro i quali conoscono ciò non cadono nell'errore/sofferenza. Come il movimento di un tizzone ardente sembra avere una linea dritta o curva così il movimento della coscienza appare essere il conoscitore e il conosciuto. Come il tizzone ardente quando non è in moto diviene libero dalle apparenze e dalla nascita, cosi la coscienza quando non è in movimento rimane libera dalle apparenze e dalla nascita. Quando il tizzone ardente è in moto , le apparenze non gli provengono da nessuna parte. Né esse vanno in altro luogo quando il tizzone ardente è fermo, né ad esso ritornano. Le apparenze non provengono dal tizzone ardente a causa della loro mancanza di sostanzialità. Anche nei...

IL SIGNIFICATO NASCOSTO DEI MANTRA - OM NAMAḤ ŚIVĀYA

Alzi la mano chi non ha mai recitato un mantra indiano o tibetano senza avere la minima idea di cosa significasse. C'è addirittura una scuola di pensiero che invita ad abbandonarsi al suono, alla vibrazione e ad ascoltare con il cuore. Il personale sentire viene considerato un metro di giudizio assai più affidabile della razionalità, e l'atteggiamento più comune, nell'approccio alla "Scienza dei mantra è il " Che mi frega di sapere cosa vuol dire? L'importante è che mi risuoni! ". Devo dire che ci sta. Tutto nell'universo è vibrazione e ovviamente quel che conta è il risultato. Se uno recita 108 volte Om Namaha Shivaya senza sapere che vuol dire e poi si sente in pace con il mondo, va bene così. Anzi va MOLTO bene! Ma bisogna considerare che nei testi "tecnici" dello yoga, non numerosissimi, si parla di una serie di valenze simboliche, modalità di  pronuncia e possibilità di "utilizzo" che, secondo me, la maggi...

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b...