Alcuni maestri, parlando dei Guna, li descrivono come tendenze, dando loro una qualità.
Tamas ad esempio sarebbe la tendenza all'immobilità, alla stasi ed è visto come qualcosa di negativo.
Rajas sarebbe la tendenza all'azione, vera forza motrice della manifestazione e,per questo, causa di dolore.
Sattva sarebbe il principio puro e onnipervadente, la fonte cui lo yogin dovrebbe tendere ai fini della liberazione.
In realtà i guna sono per lo yoga, i "fili" (questo significa la parola Guna) con cui viene tessuta la stoffa della realtà.
Pensare che l'uno sia positivo e l'altro negativo, o che si debba tendere verso uno anziché verso l'altro significa interpretare la filosofia indiana solo da un punto di vista dualistico.
Anziché esaminare i singoli Guna, occorrerebbe, a i fini di una ricerca filosofica, cercare di comprendere cosa sono i loro "stati costitutivi" descritti da Patanjali negli Yoga Sutra.
Cominciamo col dire che lo yoga è la pratica dei Samadhi, e che i samadhi sono
diversi "momenti" di percezione dei cinque elementi fondamentali della natura
Vitarka o savitarka samadhi è la comprensione dell'unità della manifestazione grossolana rappresentata/percepita dalla parte "tamasica" degli elementi, ovvero, per parlare del corpo, gli organi fisici di azione e percezione:
1) Spazio = Bocca, Orecchio
2) Aria = Mano, Pelle.
3) Fuoco = Piede, Occhio.
4) Acqua = Organi Genitali, Lingua.
5) Terra = Ano, Naso.
Vicāra o savicāra samadhi è la comprensione dell'unità della manifestazione sottile rappresentata dalla parte "rajasica" dei cinque elementi, ovvero:
1) Spazio = Azione del Parlare.
2) Aria = Azione dell'Afferrare.
3) Fuoco = Azione dell'Andare.
4) Acqua = Azione del generare.
5) Terra = Azione dell'evacuare.
Ānanda o sānanda samadhi è la comprensione dell'unità della manifestazione sottile rappresentata dalla parte "sattvica" dei cinque elementi, ovvero:
1) Spazio = perceszione del suono
2) Aria = percezione tattile.
3) Fuoco = percezione della luce/forma
4) Acqua = percezione del sapore
5) Terra = percezione dell'odore.
Asmitā o sasmitā samadhi, è, infine la comprensione di ciò che è manifestato e manifestabile, ovvero la percezione dei cinque elementi qualificati (saguna) solo potenzialmente.
Ognuno di questi stati percettivi viene associato ad uno dei quattro stati costitutivi dei गुण guṇa.
Si legge in yoga sutra II,19:
"visheshavishesha lingamatralingani gunaparvani"
Nella traduzione di Raphael, ed. Ashram Vidya:
"Gli stati costitutivi dei guṇa sono: lo specifico, il non specifico, il differenziato e l'indifferenziato".
Esaminiamo le singole parole con l'aiuto del dizionario:
विशेष viśeṣa significa: "speciale", "peculiare", "specifico", "varietà", "distinzione", "specie".Con la a privativa, aviśeṣa, significa: "non peculiare", "non distinto", "non specifico".
Si legge in yoga sutra II,19:
"visheshavishesha lingamatralingani gunaparvani"
Nella traduzione di Raphael, ed. Ashram Vidya:
"Gli stati costitutivi dei guṇa sono: lo specifico, il non specifico, il differenziato e l'indifferenziato".
Esaminiamo le singole parole con l'aiuto del dizionario:
विशेष viśeṣa significa: "speciale", "peculiare", "specifico", "varietà", "distinzione", "specie".Con la a privativa, aviśeṣa, significa: "non peculiare", "non distinto", "non specifico".
लिङ्ग liṅga, significa: "pene", "fallo", "marchio", "genere", "caratteristica di base".
मात्र mātra significa: "un elemento", "la materia elementare","una certa misura", "una certa quantità", "una certa somma", "una certa durata".
ālińgana sta invece per "abbraccio", "abbracciare" ecc., ad indicare la mancanza di differenziazione.
पर्वन् parvan significa: "nodo", "periodo", "giuntura", "ricorrenza" ecc.
Torniamo alla Traduzione di Raphael, e prendiamola per buona:
"Gli stati costitutivi dei guṇa sono: lo specifico, il non specifico, il differenziato e l'indifferenziato".
Per fare un esempio immaginiamo un pittore che dipinge una rosa.
"Gli stati costitutivi dei guṇa sono: lo specifico, il non specifico, il differenziato e l'indifferenziato".
Per fare un esempio immaginiamo un pittore che dipinge una rosa.
Per specifico si potrebbe intendere qua il risultato finale, la rosa con i suoi petali colorati, le foglie, il gambo, le spine ecc.
Per non specifico si potrebbe intendere l'azione del dipingere, con il pennello che si muove dalla tela alla tavolozza ecc.
Per differenziato si potrebbe intendere l'idea di dipingere .
Per non differenziato ciò che sta a monte dell'idea di dipingere, l'idea sia del dipingere che della rosa allo stato potenziale, senza distinzioni.
Il samadhi è ciò che svela che l'idea di dipingere, il dipingere e il dipinto sono già presenti allo stato potenziale nello stato "indifferenziato" (ālińga).
E' l'uomo a discriminare ed a chiamare la stessa cosa "idea", "azione", o "risultato", ma è la percezione, ovvero i diversi stati costitutivi dei Guna a mutare, non la realtà.
pensare che cibarsi di cibi "sattvici", o alimentare atteggiamenti "sattvici" possa portare alla realizzazione è semplicistico.
Tamas è solo l'aspetto concreto carnale, grossolano dei cinque elementi.
Rajas l'azione legata a quell'elemento.
Sattva la percezione dell'elemento.
La percezione della Luce ad esempio è Sattva, l'azione dell'Andare collegata alla luce ed alla luminosità è Rajas e l'occhio e il piede (organi di percezione e azione della luce) sono Tamas.
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