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Sapete cosa è l'aeroplanino di Saqqara?
Si tratta di un giocattolo del III secolo a.C trovato nel 1891 in una tomba egizia.
Se si dice che un aeroplano gli scienziati ridono.
E la maggior parte di noi ride insieme a loro
-"Maddai! ma non lo vedi che un uccello fatto male!"-
In realtà a guardarlo bene, per essere un uccello ha le ali un po' strane.
La coda poi...sembra un timone...però, noi sappiamo con certezza che sono stati i fratelli Wright i primi a far volare un aereo, nel 1903.
Ce lo insegnano a scuola, lo vediamo nei film e ce lo ripete continuamente Piero Angela quindi l'aereo di Saqqara non può essere un aereo.
Però a pensarci è strano: noi non c'eravamo mica in Egitto nel III secolo a.C.! e nemmeno Piero Angela.
Eppure se ci fanno vedere l'aereo di Saqqara non abbiamo nessun dubbio: -" Sicuramente è un uccello fatto male"-
Il problema (che di problema si tratta) sono i filtri cognitivi, ovvero della necessità della mente di filtrare gli stimoli esterni.
Non potendo esaminare tutto ciò che vediamo, ascoltiamo, tocchiamo, la mente porta l'attenzione su un numero limitato di fenomeni, scartando gli altri, che diventano invisibili.
Visto che non si può conoscere tutto, ci siamo abituati da sempre a delegare la conoscenza agli "esperti del settore" e in genere, a quelle persone che si da piccoli ci vengono presentate come autorevoli.
In altre parole ci programmano, alterando la nostra capacità di discriminare tra vero e falso, tra giusto e sbagliato, tra bello e brutto.
Da piccolo avevo la vaga sensazione che i libri di storia antica fossero affidabili come le favole dei fratelli Grimm.
Ora so che non è così.
C'è più verità in Biancaneve e Cenerentola che nei testi scolastici.
Quello che sto leggendo adesso ne è una prova lampante.
Si tratta di una versione, dicono del VI secolo a.C. di un libro del Maharishi Agastya: l'Agastya Samhita che insegna a costruire pile elettriche ed a metterle in serie per produrre abbastanza idrogeno da far volare un dirigibile.
Ma come?
Non è stato Alessandro Volta il primo a costruire un "generatore statico di energia elettrica" (questo è il nome tecnico della pila) nel 1800?
E i dirigibili? Non furono i Francesi i primi a costruirli nel 1850?
Agastya, sconosciuto a chi non ha confidenza con lo yoga e con l'induismo, è uno dei più famosi Guru dell'India del Sud, citato nel Ramayana, nel Mahabharata e in mille altre storie.
Ho provato a tradurre alcuni sutra da solo, e il risultato è sconvolgente,
Ovviamente la mia mente condizionata ha cercato di arrampicarsi sugli specchi, facendomi pensare a miei errori di traduzione (possibilissimo...), ad una burla ben congegnata, ad un falso clamoroso.
Ma alla fine, dopo aver visitato un centinaio di siti in lingua inglese, mi sono dovuto arrendere all'evidenza,il testo sembra autentico, e secondo alcuni potrebbe essere una versione recente (500-600 a.C.!) di un manuale tecnico per ingegneri scritto almeno 5.000 anni fa,
Riporto qui la traduzione accompagnata dal testo in devanagari e dalla traslitterazione Iast, per permettere eventuali verifiche.
Il testo originale si può scaricare QUI in pdf
"Prendi un vaso di terracotta, stendici un foglio di rame, e mettici il Solfato di Rame . Poi, spalma con segatura bagnata, mercurio e zinco. Quindi, se si uniscono i fili, si produrrà una energia (Tejas) chiamata Mitravaruna. Questo porterà alla scissione dell'acqua in Prana vayu e Udana vayu.
Una catena di un centinaio di vasi produce una forza molto attiva ed efficace. Udana Vayu così prodotto può con la giusta tecnica essere immesso in un panno a tenuta d'aria. Così grazie all'azione antigravitazionale di Udana vayu, è possibile costruire una struttura in grado di volare in aria "
संस्थाप्य मृण्मये पात्रे ताम्रपत्रम् सुसंस्कृतम् ।
छादयेत शिखिग्नीवेनार्दाभिः काष्ठपांसुभिः ॥
दस्तालोष्ठो निघातव्यः पारदाच्छादितस्ततः ।
संयोगात जायते तेजो मित्रावरुण संज्ञितम् ॥
अनेन जलभंगोस्ति प्राणोदानेषु वायुषु।
एवम् शतानाम् कुंभानाम् संयोगः कार्यकृत्स्मृतः ॥
वायु बंधक वस्त्रेण निबद्धो यंमस्तके l
उदान: स्वलघुत्वे बिभर्त्याकाश यानकम ll
saṃsthāpya mṛṇmaye pātre tāmrapatram susaṃskṛtam । chādayeta śikhignīvenārdābhiḥ kāṣṭhapāṃsubhiḥ
dastāloṣṭho nighātavyaḥ pāradācchāditastataḥ । saṃyogāta jāyate tejo mitrāvaruṇa saṃjñitam
anena jalabhaṃgosti prāṇodāneṣu vāyuṣu। evam śatānām kuṃbhānām saṃyogaḥ kāryakṛtsmṛtaḥ
vāyu baṃdhaka vastreṇa nibaddho yaṃmastake l udāna: svalaghutve bibhartyākāśa yānakama
Possibile che gli indiani di 5000 anni fa avessero macchine volanti?
A leggere il Rig Veda, il primo dei quattro libroni che racchiudono il sapere dell'India antica, pare proprio di si:
Rig Veda 3. 14. 1 - Tritala - macchina costruita per viaggiare nei tre elementi (terra, aria, acqua);
Rig Veda 4. 36. 1 - Trichakra ratha - Macchina con tre ruote costruita per volare.
Rig Veda 5. 41. 6 - Vayu ratha - macchina volante che funziona a gas (attualmente è tradotto con aeroplano)
Rig Veda 6 .58.3 - Jalayan - macchina costruita per viaggiare sia nell'aria che nell'acqua.
Rig Veda 9. 14. 1 - Kara - macchina costruita per viaggiare sia sulla terra che nell'acqua.
Con i termini Kathasaritsagara, Rayyadhara e Pranadhara si indicano invece gli operai specializzati addetti alla costruzione e alla manutenzione delle grandi navi oceaniche e di quelli che oggi chiameremmo mongolfiere (o dirigibili, viste le descrizioni), aerei e navi oceaniche.
Incredibile vero?
Mi sono chiesto come si fossero comportati i primi traduttori dei Veda - il buon Max Mueller, morto nel 1900, un anno prima dell'aerea performance dei fratelli Wright, o Ralph th. Griffith, morto nel 1906 - di fronte alla descrizione di tecnologie per loro fantascientifiche, e sono andato a vedere che dice Griffith nella sua storica traduzione dei Veda, per esempio, del Trichakra Ratha, la nave volante con tre ruote:
Rig Veda 4. 36. 1:
" The car that was not made for horses or for reins, three-wheeled, worthy of lauds, rolls round the firmament"
SORPRESA! La traduzione è corretta.
"Il carro che non è fatto per cavalli né redini, ha tre ruote, è degno di lode e ROTOLA INTORNO AL FIRMAMENTO " .
Griffith descrive perfettamente una navicella spaziale in orbita intorno alla terra.
Lui dice ciò che è. Perché allora noi non prendiamo minimamente in considerazione la possibilità che migliaia di anni fa in India come in Egitto, ci fossero delle macchine volanti?
La verità è che quasi nessuno ha letto davvero i Veda, e, per chi li ha letti, quei versetti sono diventati invisibili.
I filtri cognitivi, quasi fossero folletti dispettosi, ci nascondono alcune frasi e parole, e ne sottolineano altre, più comode e confortanti.
Se leggessimo tutto per come "è", i nostri sistemi di riferimento svanirebbero come la rugiada del mattino.
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