IX – LA YOGINĪ
La Dea, e la donna che ne è incarnazione vivente, è onnipresente nel Tantra.
Si respira il suo profumo ovunque, e, andando avanti nella lettura dello Haṭhayogapradīpikā si capisce che la protagonista assoluta delle tecniche sessuali è Lei, la yoginī.
III.99
“La donna che raggiunta la maestria nelle Arti del Sesso, contraendo i muscoli sottili della vagina, risucchia lo sperma e trattiene i propri fluidi vaginali, è una yoginī “
La yoginī non è una semplice praticante di yoga. In sanscrito con la parola, neutra, yogin si indicano i praticanti di entrambi i sessi, yoginī, invece, è la Donna realizzata, capace di condividere lo stato di ānanda, beatitudine suprema, col suo compagno, che viene chiamato, a volte, kanthādhārin, che significa “Sposo dell’Amata” o “Sposo della Sacerdotessa”.
La differenza di significato tra yogin e yoginī riflette le diverse caratteristiche e potenzialità dell’uomo e della donna.
Nel corpo femminile, non solo i canali energetici sono più morbidi e ampi, ma si trovano tre luoghi, detti vuoti creativi, in cui dimorano le “Grandi Madri”, le tre forme della Dea che incarnano il Vuoto, la Luce e il Suono.
La vagina è la dimora di Umā/Pārvatī, la” Madre del Vuoto e dell’Azione”, nel cuore risiede Lakṣmī “ Madre della Luce e della Conoscenza” e nella gola troviamo Sarasvati “Madre del Suono e del Desiderio”. La valenza operativa delle pratiche sessuali dipende in gran parte dalla relazione tra vagina, cuore e gola, e dal loro entrare in risonanza durante l’orgasmo femminile.
I tre vuoti creativi sono considerati tre Maṇḍala.
La vagina in particolare è detta “Maṇḍala Segreto”.
Per Maṇḍala si intende una rappresentazione grafica o tridimensionale dell’Universo, nella quale le tre forze primarie (Fuoco, Sole,
si combinano con le direzioni dello spazio, dando vita ai cinque elementi della fisica, alle cinque azioni fondamentali, alle cinque percezioni ecc. ecc. Scoprire le zone della vagina che corrispondono agli Elementi, e stimolarle nell’ordine della dissoluzione (Terra – Acqua – Fuoco – Aria - Spazio) e poi della manifestazione (Spazio – Aria - Fuoco – Acqua – Terra) significa svelare l’identità tra Microcosmo e Macrocosmo, tra il corpo degli amanti e l’Universo, trasformando, di fatto, l’atto sessuale nel Rito della Creazione.
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