“Per questo vi ammalate e morite, perché voi
amate ciò che è ingannevole, ciò che vi ingannerà. Chi può comprendere,
comprenda”.
Vangelo di Maria Maddalena – II sec.
Un Natale diverso, quest’anno.
Sono andato a trovare R. Ci sentiamo poco, ma siamo amici da sempre..
Stessa scuola, stessa università stessa passione
per il Teatro e la Danza.
Suo padre si sta spegnendo, piano piano.
Ho accompagnato R. in ospedale.
Se fosse un film
sarebbe una scena di groppi in gola, preghiere e “parole pesanti come
macigni”.
Ma non è un film e le parole pesano come macigni
solo nei luoghi comuni.
Il vecchio è disteso sul letto. Non cammina, non
mangia, respira a fatica.
Chiede un pezzo di formaggio con gli occhi che
gli ridono.
Lo sa benissimo che non riuscirebbe a masticarlo.
R. lo solleva, gli sistema
un po’ i capelli, e gli mette in mano una forchetta bianca di stracchino
e lui, il vecchio, si mette in posa, con la bocca aperta .
Pazzesco! Vuole una
foto per la moglie.
La madre di R. , invalida, sta a casa con la badante e il
vecchio vuole tranquillizzarla, vuole che lei lo creda affamato e in via di
guarigione.
Fanno due o tre scatti, poi il vecchio, stravolto per lo
sforzo, si accascia, rantolando, sul cuscino giallastro.
Facciamo silenzio.
Nemmeno il silenzio è pesante.
La vita vera e i luoghi comuni vivono in mondi diversi.
Dopo qualche minuto il vecchio si rianima. Alza lentamente le
mani e le unisce in un gesto di devozione.
O così sembra. Poi la mano sinistra si alza di colpo e sbatte due o tre volte sul polso
destro.
Ci sta cacciando.
Forse vuole riposare,
di certo vuole che R. vada dalla madre.
Ci avviamo a piedi verso la casa dei “vecchietti”, come R,
chiama i suoi genitori.
Mi dice del lavoro che non c’è, del suo desiderio, “insano”,
di fare un figlio.
Si… ha conosciuto una, parecchio più giovane, ma è ancora
innamorato della sua ex.
Ride.
Ride.
-“Lo sai Pa’ no?..
che sono monogamo”-
Comincio ad essere preoccupato per la sua salute psichica: ma
come? Suo padre si sta spegnendo e lui ride
e parla di donne?
Forse è così disperato da non rendersene conto, ma a
guardarlo è difficile da credersi.
Sono confuso.
La morte, tra le esperienze umane, è la più seria e spaventosa.
Cerchiamo sempre di evitarla, di volgere altrove lo sguardo
per timore di venir risucchiati dall'angoscia
Trovo quasi sacrileghi il volto sorridente di R. e il suo
scherzare con il padre.
O no?
E se fosse invece
quello il rapporto giusto naturale con la grande mietitrice?
Si dice sempre, nello yoga, che la morte fa parte della vita,
che la morte non esiste, che la morte non è altro che una variante del sonno.
E poi quando tocca a qualcuno dei nostri cari mandiamo la
filosofia in ferie e ci crogioliamo nel dolore.
Siamo arrivati a casa dei vecchietti.
R. mi abbraccia.
-“Buon Natale Pà!”-
Che bellissima storia!
RispondiEliminaForse non la morte atterrisce, ma le infermità che spesso la annunciano e così anche il bilancio ed il succo della vita esperita fino a quel momento. Forse.
Paolo ma che capellone che eri!
RispondiEliminaIo piano piano le foto del passato le butto...