Passa ai contenuti principali

LA PAURA DELLA GIOIA


"Hiṅkāra è quando Lui la invita.
Prastāva è l'offerta d'Amore.
Quando i due l'uno all'altra si concedono è l'Udgīta.
In Pratihāra Lui giace su di Lei e
Nidhana, infine è l'orgasmo.
Coloro che sanno, sanno che nel Sāman Vāmadevya sono i fili con cui si intesse l'Amore.
Realizzano l'Amore, coloro che sanno, e generano altre vite che con l'amore ne generano altre.
Solo così la Vita è degna d'esser vissuta.
Si vive a lungo e si è ricchi di discendenza ed armenti.
Ricchi di Gloria.
Non rifiutare mai l'offerta d'amore: così dice la Legge"


(Chandogya Upanishad II,13X,1-2)




Trovo bellissimo questo testo.
E ci trovo anche una risposta a quello che mi chiedevo tempo fa, a proposito del Vesak, la notte in cui Buddha Shakyamuni torna sulla terra ad insegnare a donne e uomini "l'Assonanza delle Menti".
Perché, mi dicevo, esiste la Dissonanza?
Per quale motivo le corde coscienziali degli esseri umani, nati per intonare, assieme, il Canto della Creazione, si scordano, e danno vita a rumori stridenti che feriscono l'udito e gelano i cuori?
La Donna e l'Uomo della Chandogya Upanishad rendono canto ogni azione.
Un canto d'Amore, perché tutto l'Universo è intessuto d'Amore.
L'Universo è Amore.
Il problema è che non sappiamo più cantare.
Leggendo più avanti (ventunesimo Khanda) troviamo delle indicazioni pratiche sull'Arte del Canto: 

"Che le vocali siano pronunciate in modo sonoro e forte..."
"Le Sibilanti (Vam, Sham, Sam, per esempio) e le Aspirate ( Bha, Cha, Dha....) bisogna pronunciarle apertamente, senza mangiarle né gettarle via....."
" Si deve far attenzione a non sovrapporre le altre consonanti, neppure per poco...."

Interessante vero?
La Chandogya ci insegna la Giusta Misura.
Ci dice che occorre muoversi con circospezione nella "Spaventevole Simmetria dell'Universo".
Un tono troppo alto, due sillabe sovrapposte e l'Armonia va a farsi friggere.


Secondo la Chandogya ci sono sette diversi modi di intonare il Canto:
Quello "Mugghiante", simile ai suoni degli animali è caro ad Agni il Dio del fuoco.
Poi c'è quello "Indistinto" dedicato a Prajapati, il Signore delle Creature.
Il Canto "Distinto" è di Soma, Divinità della Luna e dell'ebrezza, il "Canto Dolce e Delicato" di Vayu, Dio del Vento, il "Canto Delicato, ma Forte" di Indra, Dio delle tempeste.
Simile al "Grido dell'Airone" è il Canto di Brihaspati, Dio della Pietà e della Devozione.
Il settimo canto, da evitare con cura, è, infine, il Canto Stridente" di Varuna.
Il mistero della Dissonanza, per me, si infittisce.
Certo, non è che ciò che è scritto nei Veda (la Chandogya Upanishad fa parte del Samaveda, il Libro delle Melodie) debba essere accettato da tutti come Verità con la V maiuscola, ma, per chi pratica Yoga, può comunque stimolare delle riflessioni niente male.
Banalizzando un po' l'Universo è Amore, e se l'essere umano considerasse ogni sua azione come un Canto Sacro la sua vita sarebbe piena, felice, degna di essere vissuta.
Delle sette modalità di canto proposte dalla Chandogya solo una, quella "Stridente" crea conflitti (una possibilità su sette. ci sono più possibilità di azzeccare un numero gettando il dado).
E com'è che scegliamo, spesso o sempre, proprio quella?
Perché anziché godere della Grazia e della Bellezza che ci spettano (spetterebbero) per Natura, preferiamo una vita di sofferenza (Asaman direbbero i rishi vedici, non melodiosa)?


Il Canto dei Veda è Magia.
Può evocare Dei e portare qui ed ora il Regno dei Cieli.
Cosa è che ci fa scegliere l'inferno?
Quello che sto scrivendo, e pensando, è abbastanza terribile.
Sicuramente non consolatorio: l'Essere Umano andrebbe quindi incontro alla malattia, la sofferenza, la morte per sua scelta?
Ogni incontro, ogni dialogo, ogni sguardo è una possibilità di accordarsi all'Armonia dell'Universo.
Ogni gesto potrebbe essere un atto d'amore, sacro di per sé.
Cosa è che ci spinge, invece, a scegliere il "Canto Stridente"?
A creare conflitti anziché arrendersi alla Gioia?
Rinunciare alla Gioia è il più grande crimine che l'essere umano possa compiere.
L'universo intero si cela nel nostro cuore.
E l'universo dei Veda è Gioia, ed Amore.
Ogni volta che geliamo il cuore interrompiamo il flusso della vita e creiamo disarmonia.
Di qualunque natura sia il motivo che ci spinge a non dare ascolto alle ragioni del cuore, ogni volta che non ci arrendiamo alla gioia commettiamo un crimine.
Amare gli altri, fare il bene degli esseri senzienti sono slogan ipocriti se non abbiamo il coraggio di arrendersi alla nostra natura divina, alla Beatitudine Suprema.
Coraggio.
Forse è questa la chiave.
L'essere umano ha Paura della Gioia.
Pensa di non essere in grado di gestirla, o, intossicato dall'idea di un futuro, ha paura della sofferenza che proverebbe se quella Gioia finisse.
Che deficienti siamo: creiamo l'inferno per paura della Gioia!
Già, meglio soffrire che gioire, ché la sofferenza la conosciamo bene, mentre l'idea della Gioia Infinita, la sentiamo lontana, diversa da noi.
Percorrere sempre le stesse vie rassicura, ci fa sentire a casa, anche se camminiamo su marciapiedi ingombri di rifiuti e per piazze illuminate dai falò delle speranze.

Commenti

Post popolari in questo blog

IL TIZZONE ARDENTE

Mandukyakarika, alatasànti prakarana  45-50, 82 ; traduzione di  Raphael : "E' la coscienza - senza nascita, senza moto e non grossolana e allo stesso modo tranquilla e non duale - che sembra muoversi ed avere qualità Così la mente/coscienza è non nata e le anime sono altre-sì senza nascita. Coloro i quali conoscono ciò non cadono nell'errore/sofferenza. Come il movimento di un tizzone ardente sembra avere una linea dritta o curva così il movimento della coscienza appare essere il conoscitore e il conosciuto. Come il tizzone ardente quando non è in moto diviene libero dalle apparenze e dalla nascita, cosi la coscienza quando non è in movimento rimane libera dalle apparenze e dalla nascita. Quando il tizzone ardente è in moto , le apparenze non gli provengono da nessuna parte. Né esse vanno in altro luogo quando il tizzone ardente è fermo, né ad esso ritornano. Le apparenze non provengono dal tizzone ardente a causa della loro mancanza di sostanzialità. Anche nei...

IL SIGNIFICATO NASCOSTO DEI MANTRA - OM NAMAḤ ŚIVĀYA

Alzi la mano chi non ha mai recitato un mantra indiano o tibetano senza avere la minima idea di cosa significasse. C'è addirittura una scuola di pensiero che invita ad abbandonarsi al suono, alla vibrazione e ad ascoltare con il cuore. Il personale sentire viene considerato un metro di giudizio assai più affidabile della razionalità, e l'atteggiamento più comune, nell'approccio alla "Scienza dei mantra è il " Che mi frega di sapere cosa vuol dire? L'importante è che mi risuoni! ". Devo dire che ci sta. Tutto nell'universo è vibrazione e ovviamente quel che conta è il risultato. Se uno recita 108 volte Om Namaha Shivaya senza sapere che vuol dire e poi si sente in pace con il mondo, va bene così. Anzi va MOLTO bene! Ma bisogna considerare che nei testi "tecnici" dello yoga, non numerosissimi, si parla di una serie di valenze simboliche, modalità di  pronuncia e possibilità di "utilizzo" che, secondo me, la maggi...

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b...