La trama è banale: l'investigatore August Dupin si mette alla ricerca di una lettera "compromettente", rubata a fini ricattatori, da un ministro francese.
Il documento sembra svanito nel nulla, fin quando l'astuto Dupin non ha una specie di illuminazione: "niente è meno visibile di ciò che è esposto agli occhi di tutti".
La lettera non è mai stata nascosta: è nello studio del Ministro, sullo scrittoio.
Questa storiella apparentemente idiota, ha ispirato e continua ad ispirare, filosofi, psicologi e romanzieri, da Freud a Lacan, da Derrida a Baudelaire, da Sciascia a Proust.
L'incapacità di vedere ciò che è evidente è uno dei problemi principali dell'uomo moderno.
Siamo sempre alla ricerca di misteri, di nascondigli, di "Codici da Vinci" e non vediamo quello che abbiamo sotto il naso.
Il pensiero obliquo, la necessità di trovare delle segrete motivazioni psicologiche alle azioni, nostre e altrui, si è impossessato della nostra mente ed è stato assunto come generale sistema di interpretazione della realtà.
Un puro di cuore, osservandoci, penserebbe che siamo tutti dei deficienti.
Nello yoga il pensiero obliquo porta a risultati esilaranti.
Pure a me, che certo non son puro di cuore, alcune descrizioni e discussioni mi sembrano stupide da non crederci.
L'esempio più eclatante sono i Chakra (cakra sarebbe più giusto, la c è sempre morbida in sanscrito, come in ciao).
Nelle Upanishad, che sono la parte pratica, operativa dei Veda, e nei testi degli Hathayogin come Gorakhanath, sono descritti accuratamente.
Si dice che i petali sono i canali del corpo (vasi linfatici ecc.), che la maggior parte dei cakra sono attorno ai tre canali interni della colonna vertebrale (Citrini nadi, Vajra nadi e Sushumna nadi) e sono in relazione con i "Bulbi" corrispondenti, nell'anatomia moderna, ai diaframmi corporei (Pelvico, Urogenitale, Toracico, Gola, Palato Molle).
Che fa il moderno yogin occidentale?
Prende per vero o plausibile ciò che è scritto e cerca di sperimentare?
Ci mancherebbe altro!
I Chakra diventano di tutto e di più, ci si ficcano dentro Jung, la Metafisica e le sedute spiritiche.
Si colorano come l'arcobaleno (porca miseria sono quasi tutti rossi e bianchi, come la carne e il sistema connettivo!) e li si usa come talismani.
Il più grande mistero per me resta quello delle sillabe inscritte nei petali.
Da migliaia dei anni gli yogin disegnano i Chakra come fiori di loto e su ogni petalo scrivono una sillaba sanscrita.
Quattro sillabe al primo Chakra, sei al secondo, dieci al terzo, dodici al quarto, sedici al quinto e due al sesto.
Il cakra dai mille petali è invece formato da venti corolle concentriche formate da cinquanta petali, ovvero le cinquanta sillabe dell'alfabeto moltiplicate per venti.
Domanda non retorica: trai praticanti di Yoga che stanno leggendo, quanti sono coloro cui è venuto in mente non dico di impararsi a memoria le cinquanta sillabe, ma anche solo di sapere che diamine c'è scritto sui petali?
Prima ho scritto che io non son certo un puro di cuore.
Forse ne è dimostrazione il fatto che quando leggo la pubblicità di corsi, a caro prezzo, per aprire i Chakra con la descrizione delle tecniche più fantasiose (dalla Canoa Sciamanica, alle Costellazioni immaginali, dall'ipnosi regressiva alla titillazione tantrica delle unghie dei piedi) rido come un pazzo.
Si tratta comunque di un passo in avanti, prima mi incazzavo.
"Ma scusate" - mi viene da dire- "Perché spendete dei soldi per aprire i Chakra? Sono Aperti! se non lo fossero sareste morti!"
"Ah! volete attivarli i Chakra? Porca miseria sono seimila anni che ci fanno i disegnini con le didascalie per dirci come si fa!"
Le sillabe dei Chakra sono come la lettera scomparsa di Poe.
Tra gli yogin è tutto un cercare di svelare le tecniche segrete per attivare i Chakra, per far salire Kundalini.
E le tecniche, tutt'altro che segrete, sono lì, nelle upanishad, nei disegni, nelle statue.
Dov'era la lettera rubata di Poe?
Sullo scrittorio, nel suo ambiente naturale.
Dove saranno mai le tecniche per attivare i Chakra (e quindi fare Yoga, che senza Kundalini non c'è Yoga)?
Nei manuali scritti dagli Yogin.
Negli schemi disegnati dagli Yogin.
Nelle statue scolpite dagli Yogin.
Sono lì dove dovrebbero essere.
Nessuno le ha mai nascoste.
Nessuno le ha mai rubate.
Il problema è che per la nostra mente, menomata dal virus del pensiero obliquo, è troppo facile.
Il percorso dello Hatha yoga, concettualmente, è assai logico.
PUNTO PRIMO: il corpo umano è un sistema idraulico ed elettrico al tempo stesso.
Con gli Asana si sciolgono i blocchi che impediscono la circolazione dei fluidi.
Con le Mudra si impara ad accelerare questa circolazione.
Con la meditazione con seme si impara a percepire la circolazione mediante il sistema elettrico (recettori).
PUNTO SECONDO:
il corpo in ultima analisi è formato da particelle di piccolissime dimensioni dotate di coscienza (Anu Purusha è l'Atomo). Queste particelle comunicano mediante la Luce.
La luce viene attivata dalle vibrazioni.
La meditazione senza seme consiste nel far vibrare tutte le particelle del corpo all'unisono e diventare testimoni degli eventi luminosi che tale vibrazione provoca.
Per far vibrare tutte le particelle alla medesima frequenza bisogna prima far vibrare alla giusta frequenza i vari canali del corpo.
Queste vibrazioni sono indicate dalle sillabe scritte sui petali dei cakra.
Il giochino dell'attivazione dei Chakra, una volta che il corpo è ben allineato,è assai semplice.
La vibrazione universale è l'OM.
Ogni Chakra ha poi un suono base, una nota, indicata dai Bija mantra LAM-RAM ecc. che rappresentano la nota fondamentale di quella "particolare scala musicale" che è l'insieme delle lettere del singolo Chakra.
Quindi, ad esempio per il Chakra a quattro petali dell'Ombelico, si reciterà OM, quattro volte il Bija Mantra LAM di nuovo OM e le singole sillabe dei petali, in senso orario, spazializzandone, ovvero facendo partire la vibrazione dal luogo fisico corrispondente a quel petalo.
Ovviamente si concluderà con l'OM.
Un esercizio facile facile: basta leggere cosa c'è scritto sulle raffigurazioni dei Chakra.
Eppure i praticanti, in genere, non lo fanno, lo considerano una perdita di tempo, forse, e preferiscono lasciarsi intrigare da disquisizioni sul sesso degli angeli o sulle motivazioni psicologiche e simboliche delle slogature alle caviglie.
So che è inutile... ma di seguito incollo, per l'ennesima volta, lo schema dei chakra con le lettere sanscrite.
Dal punto tra le sopracciglia (ājñā che tra parentesi è parola femminile e significa "ORDINATRICE") al perineo (mūlādhāra) abbiamo, in senso orario dall'alto al basso:
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Dove saranno mai le tecniche per attivare i Chakra (e quindi fare Yoga, che senza Kundalini non c'è Yoga)?
Nei manuali scritti dagli Yogin.
Negli schemi disegnati dagli Yogin.
Nelle statue scolpite dagli Yogin.
Sono lì dove dovrebbero essere.
Nessuno le ha mai nascoste.
Nessuno le ha mai rubate.
Il problema è che per la nostra mente, menomata dal virus del pensiero obliquo, è troppo facile.
Il percorso dello Hatha yoga, concettualmente, è assai logico.
PUNTO PRIMO: il corpo umano è un sistema idraulico ed elettrico al tempo stesso.
Con gli Asana si sciolgono i blocchi che impediscono la circolazione dei fluidi.
Con le Mudra si impara ad accelerare questa circolazione.
Con la meditazione con seme si impara a percepire la circolazione mediante il sistema elettrico (recettori).
PUNTO SECONDO:
il corpo in ultima analisi è formato da particelle di piccolissime dimensioni dotate di coscienza (Anu Purusha è l'Atomo). Queste particelle comunicano mediante la Luce.
La luce viene attivata dalle vibrazioni.
La meditazione senza seme consiste nel far vibrare tutte le particelle del corpo all'unisono e diventare testimoni degli eventi luminosi che tale vibrazione provoca.
Per far vibrare tutte le particelle alla medesima frequenza bisogna prima far vibrare alla giusta frequenza i vari canali del corpo.
Queste vibrazioni sono indicate dalle sillabe scritte sui petali dei cakra.
Il giochino dell'attivazione dei Chakra, una volta che il corpo è ben allineato,è assai semplice.
La vibrazione universale è l'OM.
Ogni Chakra ha poi un suono base, una nota, indicata dai Bija mantra LAM-RAM ecc. che rappresentano la nota fondamentale di quella "particolare scala musicale" che è l'insieme delle lettere del singolo Chakra.
Quindi, ad esempio per il Chakra a quattro petali dell'Ombelico, si reciterà OM, quattro volte il Bija Mantra LAM di nuovo OM e le singole sillabe dei petali, in senso orario, spazializzandone, ovvero facendo partire la vibrazione dal luogo fisico corrispondente a quel petalo.
Ovviamente si concluderà con l'OM.
Un esercizio facile facile: basta leggere cosa c'è scritto sulle raffigurazioni dei Chakra.
Eppure i praticanti, in genere, non lo fanno, lo considerano una perdita di tempo, forse, e preferiscono lasciarsi intrigare da disquisizioni sul sesso degli angeli o sulle motivazioni psicologiche e simboliche delle slogature alle caviglie.
So che è inutile... ma di seguito incollo, per l'ennesima volta, lo schema dei chakra con le lettere sanscrite.
Dal punto tra le sopracciglia (ājñā che tra parentesi è parola femminile e significa "ORDINATRICE") al perineo (mūlādhāra) abbiamo, in senso orario dall'alto al basso:
haṃ - kṣaṃ
aṃ - āṃ - iṃ - īṃ - uṃ - ūṃ - ṛṃ - ṝṃ - ḷṃ - ḹṃ - eṃ - aiṃ - oṃ - auṃ - aṁ -aḥ
kaṃ - khaṃ - gaṃ - ghaṃ - ṅaṃ - ca - cha -ja -jha -ña -ṭaṃ - ṭhaṃ
ḍaṃ - ḍhaṃ - ṇaṃ - taṃ - thaṃ - daṃ - dhaṃ - naṃ - paṃ - phaṃ
baṃ - bhaṃ - maṃ - yaṃ - raṃ - laṃ
vaṃ - śaṃ - ṣaṃ - saṃ
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