“Ho un'idea!”- disse Marpa Lotsawa -" Io ti darò da mangiare e tu, in cambio, lavorerai per me. Costruirai una torre per mio figlio, Dharma Dode, e quando l'avrai finita ti insegnerò i Tantra di Naropa”-.
Prese il bastone di bambù e tracciò per terra un grande cerchio: -”Qui, sul versante Ovest della montagna, innalzerai una torre rotonda”-.
Senza dire una parola, Milarepa cominciò a strappare le pietre alla montagna.
A levigarle, a montarle una sull'altra.
Qualche settimana dopo il Lama si presentò al cantiere.
- “Ho cambiato idea: questo posto non mi convince mica.
E non mi piacciono le torri rotonde. Rimetti le pietre al loro posto, poi va' sul versante Est e costruisci una torre a forma di mezzaluna!”-
Anche stavolta Mila ubbidì senza fiatare.
Passò quasi un mese.
““Quando ti ho chiesto di costruire in questo punto una torre a forma di mezzaluna dovevo proprio essere ubriaco”- disse Marpa -“Buttala giù, va sul versante Nord e costruisci una torre a base triangolare”-.
Trascorsi altri due mesi, il Maestro arrivò nel nuovo cantiere. Era furioso:
-”Maledetto stregone! Chi ti ha detto di costruire un diagramma magico nelle mie terre!
Distruggilo! Subito!”-
Dopo qualche tempo, accompagnato dalla moglie, Marpa, il Traduttore, portò Milarepa sul versante sud della montagna -“Ecco, questo è un buon luogo. Costruisci una torre quadrata a nove piani e io ti insegnerò i tantra di Naropa”-.
I compiti che Marpa affida a Milarepa sono bizzarri, ma se si prende un buon testo sul tantrismo non è difficile sviscerare i simboli geometrici e tradurli in un linguaggio comprensibile ai più.
Il cerchio rappresenta l'Aria, la mezzaluna l'Acqua, il triangolo il Fuoco ed il quadrato la Terra.
Bastano un po' di erudizione, un pizzico di intelligenza e balzano fuori i legami con l'Astrologia, l'Alchimia, la Fisica antica.
Ma capire non serve a niente!
I simboli non si spiegano: vanno lasciati cadere, con noncuranza, nel lago senza fondo in cui sguazzano i pensieri e le azioni compiute da generazioni senza tempo: l' inconscio
Tutto ciò che possiamo pensare o fare e tutto ciò che abbiamo pensato o fatto, sono già lì, da sempre.
In fondo la "Conoscenza" ce l'abbiamo nel palmo della mano, ma un'innata pigrizia ci porta a battere solo le "vie vecchie" ed a definire razionale e vero solo ciò che si incontra in quelle strade comode e conosciute.
Tutto il resto è irrazionale, o falso, o magico.
Un simbolo va lasciato cadere nel lago dell'inconscio.
Là si incontrano le potenze misteriose che, se portate alla luce del giorno, trasformano la mente e la realtà.
Un simbolo che non muta la percezione della realtà è senza vita.
Riportarlo alla coscienza vuol dire far increspare le "Acque Inferiori"(la Mezzaluna), con il Vento ( il Cerchio) della mente.
Il fuoco creato dalle emozioni, l'ardore, (il Triangolo) illuminerà questa o quell'onda, creando una forma che corrisponde ad un'idea.
La Terra (il Quadrato), è il risultato: la manifestazione dell'idea come fenomeno psico-fisico.
La torre quadrata a nove piani, che Marpa fa costruire a Milarepa, è un Mandala, la mappa dell'Universo percepibile.
Ogni piano è uno dei "nove luoghi dello Sri yantra", i nove cakra della Sri Vidya
(Perineo, Genitali, Ombelico, Cuore, Gola, Palato Molle, Punto tra le Sopracciglia, Corona, Fontanella) Milarepa deve spezzarsi la schiena in giro per montagne e altipiani per imparare una lezione che sarebbe capita al volo da uno studente del ginnasio.
Non è mica stupido Milarepa! però ma assumere “fisicamente” la lezione.
Deve morire per poter ricreare in sé e quindi comprendere, il processo della manifestazione.
Nello Yoga ogni cosa nasce dallo Spazio Infinito.
Dio stesso è Spazio infinito, incomprensibile e incommensurabile, come l'oceano senza sponde che bagna l'Isola delle Gemme, ma l'universo, la
sua manifestazione, per essere percepito, deve pur avere delle misure.
Dallo Spazio infinito nasce, nelle mente, lo spazio limitato con
i suoi punti cardinali (Est, Ovest, Nord e Sud) e l' alto e il basso.
Lo Spazio è la prima limitazione, il primo velo di Maya, e nasce dal desiderio del Dio per la sua Sposa.
La limitazione è creazione.
Lo spazio limitato contiene in sé una indefinita possibilità di architetture, una continua alternanza di pieni e vuoti generata dal potere del desiderio, Iccha Shakti.
Il ritmo è vibrazione e il seme di tutte le vibrazioni è AUM.
É il primo suono potenzialmente udibile, AUM, ma è inespresso.
la seconda limitazione è la possibilità di conoscenza, Jnana Shakti, la possibilità di udire il primo suono.
È l' Aria che conduce la vibrazione da un luogo all'altro.
Il Dio riconosce la Dea, e la desidera con gli occhi, con la pelle, con l'anima.
Il desiderio si fa passione, raga, e la passione è il Fuoco, la terza limitazione, la radice dell'Azione, Kriya Shakti.
Desiderio, Conoscenza, Azione.
Vuoto, Silenzio, Luce.
La conoscenza nasce dal desiderio, l'azione dalla conoscenza.
Nel momento in cui nasce "desiderio" (Kāma) l''Universo è già creato: c'è un prima, il Dio che dorme un sonno senza sogni, e c'è un dopo, il Dio che dimentica se stesso nel corpo della sua Sposa.
Nasce allora il Tempo, la quarta limitazione, il quarto velo della grande Dea.
Il Tempo è l'elemento Acqua.
È nel Tempo che sono conservati i pensieri, le azioni e i loro frutti.
“Inconscio” è solo un altro modo di chiamare il Tempo.
É un fiume, il Tempo e trascina i pensieri e le azioni come fossero ciottoli o rami spezzati.
È il tempo a creare Terra e in ogni porzione di Terra si ritrova un po' di Spazio e di Vento e di Fuoco e d'Acqua.
L'uomo è una porzione di Terra.
In lui, nel suo cuore, è racchiuso tutto il mistero della manifestazione.
Le orecchie, la bocca la capacità di esprimersi sono figlie dello Spazio.
La pelle, le mani, la voglia di conoscere, sono figlie dell'Aria.
Gli occhi, i piedi, l'impulso ad andare da un luogo all'altro, sono figli del Fuoco.
La lingua, i genitali, la volontà di creare sono figli dell'Acqua.
Quando l'energia vitale, la forza di coesione che tiene insieme la materia, abbandona il corpo, tutto ritorna a prima dell'inizio e la Terra si fa Acqua, l'Acqua si fa Fuoco e così via.
I sensi, per lo Yoga, discendono dagli Elementi.
Il moribondo smette di percepire con chiarezza il mondo esterno e sente, vede, tocca la furia degli elementi dentro di sé.
La Terra, la materia solida, si fa acqua e nel deliquio si sente l'odore acre della decomposizione e il sapore dei fluidi corporei.
Forme e colori si scontrano, si fondono si mutano l'una nell'altro.
La forza di disgregazione consuma il corpo dall'interno.
Si ascoltano suoni dimenticati e terribili. Poi tutto comincia a sfumare.
Dapprima sono gli odori a farsi meno intensi, poi i sapori.
Poi si smette di vedere.
Alla fine non rimane che un suono, il suono della vita.
Il suono che ci accompagna da sempre e che gli Yogi percepiscono in meditazione.
Ci si aggrappa inutilmente a quel suono come un naufrago all'albero spezzato della nave perduta.
Infine, il Silenzio.
E il vuoto.
Lo Spazio è un uovo blu dai contorni indefiniti.
Al centro un punto di luce bianca, accecante, luce che riempie e dà quiete.
So'Ham...Io sono questo.
Sa'ham...Io sono questa.
E io che pensavo che il segreto di milarepa fosse il tummo...
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