"Far sbocciare il loto dai mille petali" suona bene.
In genere si pensa sia la poetica metafora di un particolare "stato coscienziale", quella non ben definita condizione di beatitudine, distacco e conoscenza intuitiva, che viene chiamata da alcuni Realizzazione.
Una roba vaga, la Realizzazione, un enorme contenitore in cui, ai nostri tempi, si ficca di tutto, dalle crisi mistiche, alle alterazioni percettive causate da squilibri ormonali.
Nella piacevole nebbiolina che avvolge il mondo dello Yoga, del Tai Ji Quan e della Post New Age, le definizioni vaghe aiutano a creare vecchi/nuovi miti in grado di soddisfare il desiderio di sovrannaturale dell'uomo bambino.
Il "quotidiano" è noioso, e crudele, a volte, così si sceglie il sovrannaturale inteso come qualcosa di più vero del vero, quale via di fuga dalla grigia realtà: le favole sono sempre (o quasi) più belle della vita vissuta.
Sovrannaturale (o soprannaturale) è un fenomeno che va oltre la natura ed è per ciò inconoscibile, inspiegabile.
Il nostro Dio ad esempio, il Dio dei cristiani, è al di là della natura, cioè sovrannaturale, e le sue manifestazioni più elevate, i miracoli, sono anch'esse al di là della natura.
L'unica maniera di spiegare i miracoli e di conoscere Dio, per un cristiano, è la Fede, una cosa che è anch'essa inspiegabile e quindi oltre la natura: o ce l'hai o non ce l'hai, la Fede, e se ce l'hai è perché Dio ti ha fatto la Grazia, roba comunque inspiegabile e "quindi"(?) sovrannaturale, al di là della Natura.
La Fede è uno strumento meraviglioso, non solo ti permette di spiegare tutto senza spremere le meningi, ma elimina i dubbi tagliando sul nascere ogni possibile discussione.
Se io dico che su quell'albero c'è la Madonna e tu vedi solo rami, foglie e qualche insetto significa che io ho la Fede e tu no.
E se non ce l'hai, mi spiace assai per te,ma si sa, le ragioni divine sono imperscrutabili....
Se Dio è inconoscibile con i sensi e con la mente, e l'illuminazione è l'unione/Identità con Dio, per noi è logico supporre che "far sbocciare il Loto dai Mille Petali (sahasrāra cakra)" sia una metafora, un tentativo di raccontare con le parole qualcosa di inspiegabile e di non comunicabile, perché Trascendente, oltre la Natura.
L'Illuminazione avviene per Grazia Divina, nessuno può prevedere come e se avverrà.
Ma allora, mi chiedo, a che servono le pratiche fisiche - mantra, asana, mudra, yantra - descritte nei testi dello Yoga?
Secondo me c'è qualcosa che non va.
E i dubbi crescono se si traduce il termine sanscrito che indica la condizione dell'illuminato, Sahaja.
सहज sahaja significa indiscutibilmente "Stato Naturale": per quale motivo uno stato di trascendenza, di "al di là della natura" viene chiamato "naturale"?
Che fanno gli indiani, ci pigliano in giro?
Non sarà invece che parlano di fenomeni fisici e di stati sperimentabili e spiegabili?
Nel video che ho messo all'inizio mostro due varianti di kapālāsana, la verticale sulla testa: nella prima ("uttāna" nella duplice accezione di "concavo" e "riverso sul retro, sulla schiena") il peso si appoggia sull'osso frontale provocando la stimolazione della zona corrispondente alla "fontanella anteriore", nella seconda, invece, ci si appoggia sulla "sutura sagittale" la linea di contatto tra le due ossa parietali con stimolazione del punto corrispondente al bregma o "fontanella posteriore".
Nel cranio umano ci sono sei "fontanelle", corrispondenti ai punti d'incontro delle ossa piatte della calotta cranica ( osso frontale, ossa parietali ed osso occipitale).
Si chiamano fontanelle perché nel neonato pulsano, visibilmente, al ritmo delle "maree del liquido cerebrospinale", evidenziando il movimento delle diverse ossa della calotta cranica: le due parietali (ossa pari) si "aprono" verso l'esterno durante la inspirazione e si "chiudono" durante la espirazione, mentre frontale o occipitale si flettono durante la inspirazione e si allungano durante la espirazione.
Nell'adulto il movimento è ridotto, ma è ancora presente.
E se il loto che sboccia fosse collegato all'accentuazione del movimento delle ossa craniche?
Kapālāsana è la "posizione di kapāla" che viene tradotto con"cranio" ma, significa anche "tazza", "guscio d'uovo" e "guscio di tartaruga".
Per coincidenza le ossa della testa viste dal basso, in sezione sembrano proprio una tazza o un anfora,
e, sempre per coincidenza il cranio di un bambino ricorda moltissimo un guscio d'uovo in procinto di aprirsi
o il guscio di una tartaruga
E se non lo fossero?
Se si trattasse, invece, di precise indicazioni in grado di svelare il valore "operativo", ad esempio, delle posizioni di equilibrio sulla testa?
Le ossa del cranio danzano, naturalmente, e i loro movimenti si trasmettono alla colonna, al sacro, agli arti.
Se si diventa consapevoli dell'ampiezza e del ritmo dei "passi di danza", la nostra maniera di intendere gli asana, a cominciare dalle posizioni di equilibrio sulla testa, muterà completamente.
Qua sotto posto un video segnalatomi da Andrea Pagano, in cui si mostrano la direzione e il ritmo dei movimenti delle singole ossa...consiglio di guardarlo con molta attenzione....
Le ossa del cranio danzano, naturalmente, e i loro movimenti si trasmettono alla colonna, al sacro, agli arti.
Se si diventa consapevoli dell'ampiezza e del ritmo dei "passi di danza", la nostra maniera di intendere gli asana, a cominciare dalle posizioni di equilibrio sulla testa, muterà completamente.
Qua sotto posto un video segnalatomi da Andrea Pagano, in cui si mostrano la direzione e il ritmo dei movimenti delle singole ossa...consiglio di guardarlo con molta attenzione....
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