La stabilità della mente [si ottiene] coltivando la cordialità, la compassione, la gioia e l’equanimità riguardo al piacere e al dolore, ai meriti e ai demeriti ||1.33|| Nel versetto 1.33 si parla delle "quattro dimore spirituali" del buddismo, ovvero i quattro, “brāhmavihāra”, ovvero: 1. maitrī (“cordialità”, “benevolenza”); 2. karuṇā (“gentilezza”, “compassione”); 3. muditā (letizia); 4. upekṣā (equanimità). Si tratta di un tipico insegnamento buddhista (e giainista a dir la verità) e questo ci rimanda una volta di più all'esistenza (ormai evidente) di un legame tra Patañjali. e autori buddhisti come Asaṅga o Vasubandhu; ma la cosa che è interessante notare in questo versetto e nel relativo commento, secondo me, è l'accenno al "Dharma bianco". Scrive Vyāsa: «Che egli coltivi nella sua mente l'abitudine alla cordialità, maitrī, verso coloro che sperimentano la con-dizione del piacere; la compassione, karuṇā, verso co-loro che soffrono; la compiacenza, m...
Alcune delle domande che fanno più spesso i nostri allievi riguardano i colori e il numero dei petali dei cakra. "Perchè i cakra tibetani" - chiedono alcuni, ad esempio - "sono descritti come bianchi, rossi, blu gialli e verdi ed hanno 36 e più petali, mentre i sei cakra tradizionali sono tutti rossi a parte quelli della fronte e dell'ombelico, ed hanno 4, 6, 10, 12, 16 e 2 petali?". La verità è che bisogna considerare che tutte le volte che si parla di cakra, di bandha e di posture particolari si parla di Haṭhayoga e, quindi, si fa riferimento alla tradizione tantrica; una tradizione molto più articolata e complessa di quanto si creda comunemente. Nello Haṭhayoga tradizionale si parla di solito di sei cakra tradizionali o, più propriamente, di mahāmarma. I mahāmarma corrispondono alle zone dell’ano/perineo, della vescica, dell’ombelico, del cuo-re, della gola e della testa conosciuti dagli antichi me-dici ayurvedici come punti “mortali” in caso di ferite. ...